Boom di farmaci falsi in Italia: siti web e palestre i nuovi mercati della contraffazione

In tutto il mondo si calcola che il 7% dei medicinali in commercio sia falso
News Nazionali

Roma, 17 giu. (Adnkronos Salute) – I siti internet e le palestre sono in Italia gli unici canali dove è possibile procurarsi medicinali contraffatti, "poiche' nel nostro Paese esiste un sistema di tracciabilita' del farmaco che rende di fatto impossibile l'inserimento di un prodotto falso nella rete legale. Con la crisi economica, pero', anche da noi si assiste a un aumento del fenomeno". A parlarne e' stato Guido Rasi, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), oggi a Roma in occasione di un Corso internazionale sull'argomento a cui hanno partecipato esperti delle autorita' regolatorie, della Polizia e delle Dogane provenienti da otto Stati europei.

I farmaci contraffatti sono prodotti etichettati in maniera ingannevole rispetto al contenuto e all'origine. Puo' trattarsi di medicinali senza principi attivi, con principi attivi differenti o presenti in quantita' diversa da quella dichiarata o, ancora, con un principio attivo corretto contenuto in una confezione falsa. La contraffazione coinvolge tanto i farmaci salvavita quanto quelli a uso comune e rappresenta dunque una seria minaccia per la salute della collettivita'.

In tutto il mondo si calcola che il 7% dei medicinali in commercio sia falso, con picchi del 30% nei Paesi poveri e percentuali meno preoccupanti in quelli sviluppati (1%). "Ma recenti fatti di cronaca, come il noto caso dell'eparina contraffatta, riconosciuta come la causa di oltre 100 morti avvenute negli Usa lo scorso anno – ha ricordato Rasi – testimoniano la portata del problema e l'urgenza di porre in atto adeguate azioni di contrasto".

"I farmaci piu' 'ricercati' da chi naviga sul web – ha evidenziato ancora Rasi – sono soprattutto quelli contro l'impotenza, mentre le palestre sono un luogo di smercio di prodotti dopanti che, essendo illegali, costano anche molto. L'Italia e' comunque tra i Paesi che piu' tempestivamente hanno affrontato il fenomeno. I casi registrati nel nostro Paese sono tutti da ricollegarsi a canali non ufficiali come internet ed esercizi non abilitati. Benche' la normativa di fatto vieti le farmacie on line, cio' non impedisce ai nostri pazienti di rivolgersi a negozi virtuali di altri Paesi, soprattutto per risparmiare e per l'acquisto di alcune particolare tipologie di anabolizzanti e anoressizzanti".

"L'Aifa – ha proseguito il direttore generale – e' da tempo impegnata ad affrontare il problema su piu' fronti attraverso una serie di attivita' finalizzate a garantire la collaborazione di tutte le istituzioni interessate, con una task force che riunisce l'Agenzia, il ministero del Welfare, l'Istituto superiore di sanita' e i Carabinieri dei Nas; a favorire la collaborazione tra i diversi Paesi; a contribuire a un'adeguata conoscenza del fenomeno con campagne di informazione ad hoc e a contrastare il fenomeno delle farmacie on line per mezzo di progetti mirati di intelligence informatica".

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