Camera approva riforma Gelmini. Premier: colpo mortale ai baroni

Approvato alla Camera con 307 sì e 252 no e 7 astenuti il ddl Gelmini.
News Nazionali

Roma, 30 nov. (Adnkronos/Ign) – Approvato alla Camera con 307 sì e 252 no e 7 astenuti il ddl Gelmini.

‘L’approvazione della riforma dell’Università – ha affermato il presidente del Consiglio Berlusconi – è un altro obiettivo raggiunto dal governo del fare. E’ la dimostrazione che l’esecutivo prosegue nella sua azione riformatrice, mantenendo gli impegni presi con gli italiani”. “Con la riforma – ha spiegato – si dà un colpo mortale a parentopoli. Non potranno infatti partecipare ai concorsi i parenti fino al quarto grado. I rettori non saranno più a vita, ma solo per sei anni. Le Università saranno costrette a non sprecare più le risorse pubbliche. La riforma dell’università è il sesto punto del programma – ha ricordato il premier – che il governo ha già realizzato’.

Soddisfatta anche il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che vede l’ok al ddl come ‘uno dei fatti più importanti della legislatura, spiace solo – afferma – averlo fatto in un clima di tensione sociale. Ma la riforma era indispensabile e urgente”. La legge, spiega, porta “cambiamenti importanti di cui il Paese ha bisogno per valorizzare le sue eccellenze. Ho il massimo rispetto per chi protesta, ma i toni utilizzati oggi sono stati eccessivi alla luce dei contenuti veri della riforma: sfido chiunque a trovare un solo articolo che non metta al centro gli studenti, la buona ricerca e la buona università’.

Decisivo per l’approvazione del testo è stato l’appoggio dei finiani. Futuro e Libertà ha infatti votato sì al testo presentato dal governo “perché ne ha condiviso e in gran misura ispirato le linee di fondo”, ha affermato Benedetto Della Vedova durante le dichiarazioni di voto in aula alla Camera. Il vice presidente vicario del gruppo ha sottolineato che grazie all’azione di Fli “sono state inserite delle risorse senza le quali la riforma sarebbe stata una scatola vuota”. Infine, il preannuncio di sfiducia: “Abbiamo fatto tutto questo – ha aggiunto – anche se il governo non ha più la nostra fiducia”.

Appoggio scontato quello di Pdl e Lega. Il Carroccio, ha affermato alla Camera il presidente dei deputati leghisti, Marco Reguzzoni, vota con convinzione la riforma Gelmini che “non promette la Luna, ma migliora gli atenei. L’alternativa non è tra questa riforma e una situazione ideale, ma tra la riforma e l’università attuale, fatta di precari, lontana dalle imprese e che non premia il merito”. Sì anche dall’Mpa e di Noi Sud.

Astensione invece per l’Api di Francesco Rutelli perché, ha chiarito Marco Calgaro, “l’atteggiamento di fondo di questo governo è un macigno non rimosso” che di fatto “penalizza il diritto allo studio”.

Riforma bocciata dal Pd con Dario Franceschini che al termine del suo intervento incassa un lungo applauso. “Le migliaia di studenti che stanno manifestando in tutta Italia – ha osservato il capogruppo Pd – non hanno alle spalle nessun partito e nessun sindacato, hanno fatto tutto spontaneamente. Le riforme vere si fanno sempre con l’ascolto e la concertazione e le proteste si cerca di capirle e non le si liquida con slogan sprezzanti. E’ solo uno slogan parlare di lotta contro baroni e di merito. Pretendete di chiamare riforma – attacca il capogruppo – quello che è solo un elenco di tagli” col risultato che l’università pubblica va in degrado e “chi ha soldi va in quelle private”.

Voto contrario anche dall’Udc. Lo ha annunciato in aula Luisa Capitanio Santolini parlando di “una riforma sbagliata” frutto di “una prova di forza di un governo che così dimostra tutta la sua debolezza”.

“Una truffa colossale”. Con parole durissime Antonio Di Pietro ha annunciato il no dell’Idv, al ddl. “E’ una truffa e non una riforma che dimostra che la Gelmini è un ministro ‘salva baroni’. Lei – attacca Di Pietro – è una bugiarda e come il suo padrino politico, Silvio Berlusconi, ripete le stesse menzogne come una trottola, tanto che alla fine si convince che siano cose vere”. Rivolto poi al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti ha incalzato: “Lei è il vero artefice dell’obbrobrio legislativo che la signora qui presente si ostina a chiamare riforma Gelmini. Lei ha tagliato testa, gambe e fondi all’università”. E ancora: “Non crediamo che questa pseudo riforma sia stata varata solo per l’insipienza del ministro Gelmini. Noi crediamo che ci sia una vera e propria strategia dell’ignoranza da parte del governo”.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha già convocato per giovedì 2 dicembre alle 10 una nuova riunione dei capigruppo per un ulteriore esame del testo del ddl di riforma universitaria al fine di calendarizzare l’iter del provvedimento.

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