Roma, 20 lug. (Adnkronos) – ‘L’aumento dei prezzi dei carburanti non dipende solo dall’aumento delle accise ma anche dai tassi di cambio, con un incremento dello stacco tra la media Ue e l’Italia di circa 3,5 centesimi. In più è sgradevole che questo avvenga in coincidenza con le vacanze estive’. Lo spiega il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, al termine dell’incontro con i petrolieri.
‘Abbiamo deciso, di concerto con il ministro Romani, di convocare le compagnie petrolifere per manterere alta l’attenzione sui prezzi dei carburanti, in particolare nelle ultime settimane. Il differenziale dei prezzi dell’Italia con la media Ue è salito da 3,5 centesimi a 5 centesimi. Abbiamo chiesto alle compagnie petrolifere tempestività dell’adeguamento dei prezzi, non solo in salita, ma anche in discesa’.
Saglia, poi, ha spiegato che con la riforma della rete di distribuzione dei carburanti, inserita nella manovra finanziaria, si potrà ridimensionare lo stacco di prezzo con il resto d’Europa: ‘Oggi abbiamo convocato solo le compagnie petrolifere perché ci siamo occupati di prezzi, mentre da settembre ci confronteremo con tutti per avviare la riforma che porterà ad una crescita del 100% degli impianti self-service. Certo è stata una scelta dolorosa quella di aumentare le accise sui carburanti, ma sono in linea con la Francia, ma inferiori a Germania e Gran Bretagna. Solo in Spagna sono più basse’.
Saglia ha sottolineato, inoltre, che dati alla mano il prezzo della benzina in Italia, il 18 luglio scorso, ha toccato i 1.590 euro al litro, superiore di 1,27 centesimi rispetto alla settimana precedente: ‘Si tratta del prezzo medio più elevato mai registrato nel nostro Paese per questo carburante, superiore anche al picco di 1,532 euro al litro registrato nell’estate 2008’. Per il gasolio, invece, il prezzo il 18 luglio era di 1,465 euro, superiore di 1,54 centesimi rispetto alla settimana precedente: ‘Si tratta – precisa Saglia- per questo carburante del prezzo più alto registrato nell’anno in corso’.
‘Con la riforma inserita nella manovra finanziaria – conclude – si può ragionevolmente arrivare alla chiusura di 6-8mila distributori di benzina. Quindi si può pasare dagli attuali 24mila a 16-18mila: di questi 1.500 sono stati già individuati e sono i cosiddetti ‘incompatibili’ ‘.