Confindustria: ‘La ripresa sarà lunga e insidiosa. In due anni persi 700mila posti di lavoro’

Cresce il debito pubblico
News Nazionali

Roma, 9 set. (Adnkronos/Ign) – "Siamo fuori dal tunnel della recessione. Il peggio è alle spalle però la crescita sarà lenta e difficoltosa". Così il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, a margine del convegno 'Le sfide della politica economica'.

Le parole del numero uno di Viale dell'Astronomia seguono la presentazione delle previsioni contenute negli 'Scenari economici' del Centro studi di Confindustria secondo le quali ''la ripresa dell'economia italiana si conferma lenta e lunga e perciò insidiosa".

Il segno positivo, sottolinea Marcegaglia, tornerà nel 2010 "ma ancora ridotto e serviranno alcuni anni per tornare ai livelli di produzione pre-crisi. Quindi la situazione è in miglioramento però la crisi non è finita". Marcegaglia torna perciò a sottolineare l'esigenza di riforme ed evidenzia la "buona politica del governo sugli ammortizzatori sociali''.

Secondo il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, dobbiamo cercare di evitare "i pericoli provocati da una crescita lenta" e, invece, utilizzare "il turbo per uscire da questa crisi migliorati e non rattrappiti''. Per Sacconi è auspicabile "un robusto processo di terziarizzazione". E' indispensabile, inoltre, "evitare che le sacche di disoccupazione si cronicizzino". Inoltre, è necessario realizzare "un po' di cambiamenti" che devono riguardare "soprattutto il mercato del lavoro". Un tavolo tra Stato, Regioni e parti sociali sarà convocato per "concordare delle linee guida sovversive del tradizionale metodo di spendere per la formazione perché, finora, ci sono state forme autoreferenziali non utili ed efficaci né per l'impresa né per il lavoratore".

Nel dettaglio, il Centro studi Confindustria prevede che nel 2009 il Pil scenderà del 4,8%, mentre la ripresa arriverà nel 2010 con una crescita dello 0,8%. La crisi economica, spiega il direttore del Csc, Luca Paolazzi, "è un incendio che ha lasciato alcuni alberi in piedi e tra questi comincia a spuntare qualche germoglio". "I germogli di ripresa si sono moltiplicati e qui e là diventati solidi arbusti", si legge nel documento. Secondo il Centro studi si è entrati in una "fase diversa della crisi, non meno delicata e densa di incognite per il futuro del sistema produttivo italiano. L'autunno e l'inverno prossimo saranno decisivi per molte imprese, incluse alcune tra le più innovative e dinamiche". E comunque saranno necessari anni per recuperare i livelli di produzione toccati nel 2007 e "in alcuni settori ciò potrebbe non avvenire mai".

Sempre quest'anno il deficit arriverà al 5,2% e resterà a livelli elevati anche nel 2010, al 5%. Il debito pubblico per il 2009 dovrebbe arrivare al 114,8% e salire ancora il prossimo anno al 117,8%. Si conferma la dinamica delle entrate negativa per quest'anno (-1,3%) e in recupero nel 2010 (+1,2%). In rapporto al Pil le entrate raggiungono il 47,2% quest'anno e si riducono al 46,7% il prossimo anno.

Il tasso di disoccupazione per quest'anno salirà all'8,3% e nel 2010 toccherà la punta del 9,5%. Mentre per l'occupazione totale (Ula), si stima una riduzione del 2,8% per il 2009 e dell'1,4% per il 2010. Il numero di persone occupate tra il quarto trimestre del 2008 e il quarto trimestre del 2010 calerà di 700mila unità di cui 557mila posti si stima saranno persi nel corso del 2009 e altri 120mila nel 2010. La Cassa integrazione, secondo il Csc, è "vicina ai massimi". Le ore di Cig autorizzate nei primi otto mesi del 2009 sono state complessivamente pari a 573 milioni (dati destagionalizzati) che corrispondono a 490 mila unità di lavoro a tempo pieno.

"Ci saranno da gestire alcuni mesi un po' complicati dal punto di vista dell'occupazione", conferma il presidente di Confindustria. Secondo il leader degli industriali saranno necessari "grandi ristrutturazioni, conversioni e cambiamenti anche nelle politiche degli imprenditori. Non siamo davanti ad una catastrofe. Bisogna gestire alcuni mesi un po' difficili ma il paese ce la può fare", ribadisce.

Nel 2009, poi, l'inflazione italiana sarà pari allo 0,7%, la tendenza proseguirà anche il prossimo anno portandola all'1,3%. Sul fronte dei consumi l'ondata di sfiducia "ha indotto nelle famiglie una maggiore propensione al risparmio e ad una gestione prudente della ricchezza finanziaria". Per quest'anno sono attesi scendere dell'1,7% mentre la crescita tornerà nel 2010 (+0,7%). Il vero motore dei consumi, si sottolinea "sarà costituito dall'aumento della fiducia che, nonostante il peggioramento della dinamica occupazionale, è aumentata molto negli ultimi mesi toccando in agosto i massimi da marzo 2007".

Inoltre, in Italia i prestiti alle imprese "sono rimasti inchiodati ai livelli dell'ottobre 2008". La loro dinamica annua ha frenato bruscamente allo 0,9% in luglio dal 10,9% di un anno prima. Secondo il Centro studi, l'intesa siglata tra banche e imprese sulla restituzione dei crediti "può attenuare questo processo ed è opportuno che sia resa rapidamente operativa".

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