‘Da Repubblica, Santoro e Travaglio campagna di odio’. Bufera su Cicchitto

L'attacco alla Camera dopo l'informativa del governo sull'aggressione a Berlusconi.
News Nazionali

Roma, 15 dic. (Adnkronos/Ign) – ''La mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna di odio il cui obiettivo è il rovesciamento del risultato legittimo di una campagna elettorale'', una campagna ''iniziata fin dal 1994" e ''condotta dal network Repubblica-L'Espresso, da Il Fatto, dalla trasmissione di Santoro Annozero e da un terrorista mediatico di nome Travaglio". Protagonista del durissimo intervento in aula alla Camera è stato oggi il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto che così si è espresso dopo l'informativa del governo sull'aggressione subita dal presidente del Consiglio.

Cicchitto non ha mancato di puntare il dito anche contro il leader dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro, ''che evoca la violenza quasi che voglia tramutare lo scontro politico in guerra civile fredda e poi in qualcos'altro'', e contro i ''pm che hanno fatto trattenere il fiato al Paese in attesa che gli oracoli Spatuzza e fratelli Graviano pronunciassero le loro sentenze''.

Parole che stanno infiammando il dibattito politico. "Respingo questo modo di discutere, non voglio entrare nel merito di affermazioni che non condivido'' è stato il commento del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

"Dovremo ascoltare tutti l'appello del capo dello Stato, ma questo non è avvenuto, neanche in quest'aula stamattina – ha lamentato Walter Verini, del Pd – Nel suo intervento, Cicchitto ha stilato una inaccettabile lista di proscrizione nella quale sono stati inseriti giornalisti e trasmissioni che possono anche essere criticate ma la cui libertà di espressione va tutelata. Questo documenta un clima che tutti, ma davvero tutti, dobbiamo sforzarci di lasciare alle nostre spalle".

Di Pietro dal canto suo ha solidarizzato con i giornalisti chiamati in causa da Cicchitto ed ha ricordato che l'Idv "ha una sola colpa: quella di voler aprire gli occhi a un Paese in cui la disinformazione, dovuta a un premier che possiede la tv privata e controlla quella pubblica, vuol far credere ai cittadini il contrario della verità".

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