Il Papa celebra San Pietro e Paolo: “Male non prevarrà sulla Chiesa”

Imposto il pallio, simbolo dell'unita' con il vescovo di Roma, a 44 arcivescovi metropoliti.
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Città del Vaticano, 29 giu. (Adnkronos/Ign) – Benedetto XVI ha celebrato stamane la messa per i santi Pietro e Paolo durante la quale ha imposto il pallio, simbolo dell’unita’ con il vescovo di Roma, a 44 arcivescovi metropoliti. ‘Cari metropoliti – ha detto il Papa – il Pallio che vi ho conferito vi ricordera’ sempre che siete stati costituiti nel e per il grande mistero di comunione che e’ la Chiesa, edificio spirituale costruito su Cristo pietra angolare e, nella sua dimensione terrena e storica, sulla roccia di Pietro’. ‘Animati da questa certezza – ha aggiunto – sentiamoci tutti insieme cooperatori della verita’, la quale – sappiamo – e’ una e ‘sinfonica’, e richiede da ciascuno di noi e dalle nostre comunita’ l’impegno costante della conversione all’unico Signore nella grazia dell’unico Spirito’.

‘Nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesu’: ‘le porte degli inferi’, cioe’ le forze del male, non potranno avere il sopravvento, ‘non prevalebunt’ ha detto il Papa durante la messa con riferimento anche alla storia della Chiesa. ‘Viene alla mente – ha aggiunto Ratzinger – il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione, disse: ‘Ecco, oggi io faccio di te come una citta’ fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perche’ io sono con te per salvarti’.

‘In realta’ – ha detto ancora – la promessa che Gesu’ fa a Pietro e’ ancora piu’ grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovra’ essere difeso dalle ‘porte degli inferi’, dal potere distruttivo del male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunita’ fondata da Gesu’ Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di la’ dell’esistenza personale di Pietro stesso’.

Durante l’omelia, il Pontefice ha sottolineato che "la Chiesa non e’ una comunita’ di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesu’ Cristo’. ‘I detti di Gesu’ sull’autorita’ di Pietro e degli Apostoli – ha spiegato ancora il Papa – lasciano trasparire proprio che il potere di Dio e’ l’amore, l’amore che irradia la sua luce dal Calvario’. ‘Cosi’ – ha aggiunto – possiamo anche comprendere perche’, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesu’ con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l’umanita’ intera’. 

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