Roma, 13 gen. – (Adnkronos/Ign) – E’ scontro nel Pd, riunito in direzione: il leader Pierluigi Bersani nel suo intervento chiede un voto sulla sua relazione e i veltroniani di Modem annunciano che voteranno contro.
“I prossimi mesi decideranno per i prossimi anni. Sono alla ricerca del massimo di unita’ visto il passaggio delicato, ma serve anche chiarezza e chiedero’ che la Direzione assuma responsabilita’ attraverso un voto” annuncia Bersani.
“Il Pd – aggiunge il segretario – si metta alla guida della riscossa italiana o il Paese si disgrega. Non siamo di fronte a un passaggio ordinario. La situazione e’ molto seria e per certi versi pericolosa – prosegue Bersani-. C’e’ una perdita di orizzonte, se vogliamo rimontare un decennio berlusconiano dobbiamo lavorare immaginando un’agenda riformista per i prossimi dieci anni”. Secondo il segretario del Pd, “il Paese ha forze e energie per reagire, il problema pero’ e’ che non e’ sufficiente liberare queste energie. Questa e’ una concezione pre crisi, oggi e’ necessario che la politica indichi la nuova strada a queste risorse e a queste energie”. Secondo il leader democratico, “la capacita’ di riforme puo’ venire solo da noi, la destra non e’ stata capace di fare le riforme”.
Bersani poi affronta la vicenda Fiat . “Non possiamo affrontare il problema come se fossimo delle tifoserie di Inter o Milan”. “Seguiamo con rispetto questa consultazione che ha esiti anche drammatici -ha detto il segretario dei democratici-. Noi teniamo molto agli investimenti, i lavoratori stanno mettendo in gioco parte delle loro condizioni in nome di quegli investimenti e quindi del loro futuro”. Il leader democratico ha proseguito: “E’ incredibile la solitudine a cui sono stati lasciati i lavoratori e i sindacati in un Paese in cui le stock option galoppano, l’evasione e’ al massimo, le riforme professionali sono state affidate agli ordini professionali”.
Bersani non ha risparmiato critiche al premier: “Ieri Berlusconi avrebbe dovuto farsi spiegare dalla Merkel come ha gestito la crisi dell’auto e della Opel, Obama e Sarkozy hanno fatto lo stesso, solo Berlusconi e’ stato con la mani conserte”.
“Berlusconi e’ di fronte a un bivio – ha aggiunto il leader Pd – o navigare a vista con limiti e condizionamenti, oppure tentare lo strappo forzando la mano, magari affidando il compito alla Lega”. “Si tratta di un percorso rischioso per lui -prosegue Bersani – perche’ sara’ la consumazione del suo ultimo inganno, visto che andare alle elezioni sarebbe una sua sconfitta. E’ ovvio che la Lega non fara’ la testa d’ariete senza che Arcore non faccia un cenno”.
Il segretario del Pd affronta quindi il nodo delle alleanze. In Italia, dice, ‘per andare non contro ma oltre Berlusconi’, bisogna ‘riallestire un modello di democrazia’ e ‘dare vita ad un cambiamento di fondo’. ‘Questa tensione costituente e ricostruttiva deve impegnare tutte le forze dell’opposizione, anche forze che hanno tra loro prospettive non collimanti’, ha detto Bersani. Il segretario del Pd ha ribadito di volersi rivolgere alle ‘forze di sinistra e di centrosinistra’ e alle forze ‘di centro e che si dichiarino di centro’, ma ‘ovviamente il Pd non e’ interessato invece a forze impegnate nella ristrutturazione del centrodestra’.
Bersani ha sollecitato: ‘Chi si sottrae a questa responsabilita’ spieghi, non a noi ma al Paese, che cosa altro serve. I tempi stringono e bisogna essere chiari, e questo riguarda anche il Pd. Tutte le proposte sono perfezionabili e migliorabili. Se si intende contestarle bisogna presentarne altre e che si capiscano’.
Sulle primarie, Bersani assicura che ‘l’idea e’ di riformarle per preservarle’. ‘Quelle che ci sono si fanno. Non capisco gli appelli che ricevo a non cancellare le primarie. Non ho mai pensato una cosa del genere’, ha detto il segretario del Pd. ‘Lo strumento ha mostrato una sua vitalita’ ma ha anche prodotto alcuni problemi, per esempio l’inibizione all’allargamento della coalizione o al coinvolgimento di personalita’ della societa’ civile. E’ un tema che va affrontato senza sollevare bandiere e senza spirito di tifoseria. Nessuno vuole cancellare le primarie’.
Bersani ha lanciato quindi un “forte richiamo a uno stile di discussione composta e solidale”. “Non possiamo aspettare che una deriva di stile ci possa indebolire in un anno di combattimento”, ha spiegato il segretario del Pd a proposito delle polemiche interne al partito.
La decisione però di mettere ai voti la relazione del segretario non è piaciuta alla minoranza guidata da Veltroni. ‘Bersani non ci ha convinto e quindi non condividiamo la sua relazione’ afferma Paolo Gentiloni annunciando il voto contrario alla relazione del segretario in Direzione da parte della minoranza critica di Movimento democratico di cui fanno parte Walter Veltroni e Beppe Fioroni.
‘Ci aspettavamo posizioni piu’ chiare -prosegue Gentiloni- a partire dalla questione del giorno, ovvero la Fiat, fino alle alleanze. Senza alcuna polemica, per questi motivi, non ci sentiamo di condividere la relazione di Bersani. Non la voteremo’.
Aggiunge Marco Minniti: ‘Il 14 dicembre c’e’ stato un cambio di fase, c’e’ stato un vantaggio tattico di Berlusconi. Noi ci aspettavamo che da Bersani ci fosse un’analisi critica rispetto a quanto e’ accaduto. Insomma, ci aspettavamo che Bersani mettesse un punto e voltasse pagina’.
Per Minniti anche dal punto di vista delle strategie delle alleanze serviva una riflessione piu’ approfondita: ‘Siamo stretti tra Scilla e Cariddi, stretti tra il Patto repubblicano con il terzo polo e la riedizione di una alleanza che e’ un po’ quella dei progressisti. E’ uno scacco politico e bisogna prendere atto che occorre di smetterla di inseguire miraggi che non sono nell’orizzonte politico’. Quanto alla decisione di mettere ai voti la relazione di Bersani, per Modem e’ stato un errore: ‘Cosi’ anziche’ parlare al Paese, questa Direzione diventa solo una conta interna’.
Sul fronte opposto Massimo D’Alema. ‘Salvo qualche voce isolata, legittima per carita’, sulla relazione di Bersani c’e’ una larghissima convergenza molto, molto al di la’ del consenso congressuale’. ‘Ci sara’ un voto e vedremo nel pomeriggio quale sara’ il risultato, ma ritengo che la stragrande maggioranza -conclude D’Alema- sara’ con Bersani’.