Innse, c’è l’accordo: riaprirà il 1 ottobre. Dopo 8 giorni gli operai scendono dalla gru

Soddisfazione viene espressa da tutte le parti sedute al tavolo
News Nazionali

Milano, 12 ago. (AdnkronosIgn) – E' stato raggiunto, pochi minuti dopo mezzanotte, l'accordo per l'acquisto della Innse di Milano da parte di una cordata di imprenditori lombardi guidata dal gruppo Camozzi di Brescia. Un passaggio di mani che ha trovato il via libera di Silvano Genta proprietario dello stabilimento di via Rubattino, di Aedes la società proprietaria dell'area e dei sindacati pronti a garantire il mantenimento del livello occupazionale. Un'intesa che ha convinto i lavoratori a terminare la protesta: dopo otto giorni i quattro operai e il funzionario sindacale sono scesi dal carro ponte su cui si erano arrampicati per evitare la chiusura della Innse.

''Ora ci sentiamo bene, la riapertura della Innse non sarà semplice, ma ora non ci fa paura più niente''. Sono le prime parole di un dei ''gruisti'' che hanno brindato nella notte, fuori dai cancelli di via Rubattino. Ad accoglierli i familiari, ma anche gli applausi dei colleghi che, per giorni, hanno continuato a presidiare l'ingresso protetto da un cordone di poliziotti e carabinieri. Soddisfazione viene espressa da tutte le parti sedute al tavolo: dal prefetto Gian Valerio Lombardi, ai vertici del sindacato nazionale e lombardo.

L'accordo garantirebbe la riassunzione immediata di tutti e 49 gli operai che, dal maggio 2008, sono stati messi in mobilità e che da allora non hanno mai smesso la loro protesta. Una compravendita, il prezzo si aggira sui 4 milioni di euro, con la quale il gruppo acquirente entra in possesso di tutti i macchinari presenti nella fabbrica e con cui si impegnerebbe a far ripartire l'impianto.

Bisognerà però aspettare il 1 ottobre per vedere riaprire l'ingresso principale della Innse di Milano che, fino a ieri, rischiava il fallimento. "Fino al 30 settembre – spiegano l'avvocato Claudio Tatozzi, che tutela gli interessi dell'imprese bresciana – ci sarà tempo per perfezionare tutti gli accordi presi in nottata". Da chiarire, infatti, il piano industriale e gli ammortizzatori sociali che porteranno tutti i lavoratori a indossare a breve di nuovo la tuta blu.

Un ritorno al lavoro graduale, sarà riattivato inizialmente almeno il 20% degli operai che vedrà il riavvio completo dell'azienda a breve. Alcune commesse già nelle mani della Camozzi potrebbero essere realizzate dagli operai milanesi.

Il gruppo bresciano si è impegnato a garantire il livello occupazionale dell'azienda e il suo rilancio nel settore metalmeccanico. La Innse resterà un'area industriale produttiva almeno fino al 31 dicembre 2025, assicura Camozzi. Per altri 16 anni l'azienda di via Rubattino potrebbe dunque essere al sicuro.

L'accordo raggiunto, spiegano Attilio e Ludovico Camozzi alla guida dell'omonimo gruppo bresciano, riguarda "l'acquisto di tutti i macchinari anche quelli già venduti dal vecchio proprietario, l'acquisto del capannone e dell'area circostante". Bisognerà attendere ottobre per la ripartenza graduale dell'industria metalmeccanica.

La trattativa è durata pochi giorni: "E' stata una decisione veloce – spiega Attilio Camozzi – non c'era spazio e tempo per prolungare le trattative. Abbiamo messo sul tavolo tutte le nostre possibilità e abbiamo presentato un piano industriale che presenta progetti ambiziosi, che sarà rilanciare il know how dell'azienda e rilanciare così la Innse".

"Appena possibile incontrerò gli operai della Innse", annuncia poi Attilio Camozzi. E riguardo ai quattro lavoratori e al delegato sindacale della Fiom che sono rimasti per oltre una settimana su un carro gru dello stabilimento, dice: "Ho sofferto, so cosa vuol dire. Gli operai hanno la nostra comprensione e verranno ricompensati".

Un ramo della Innse era già finito nelle mani del gruppo bresciano alcuni anni fa, ora il gruppo Camozzi è il nuovo proprietario della storica azienda milanese. "Si è trattato di una sfida – sottolinea il presidente – per portare questo nome nel mondo. Si è trattato di un progetto delicato, ma vogliamo portare avanti, con l'aiuto di tutti, un discorso a lungo termine per un'azienda che si può rilanciare e con cui sarà possibile creare un polo industriale delle macchine utensili".

Nessuna cifra ufficiale viene data sull'accordo raggiunto ma il gruppo Camozzi ci tiene a precisare che non si tratta di una speculazione: "Veniamo da una storia di operai. Siamo innamorati più del prodotto che del denaro. I soldi si guadagnano e si perdono, la faccia si perde una volta sola e noi non vogliamo perderla", conclude il presidente del gruppo.

Dopo l'accordo "ora inizia la partita più difficile, quella del rilancio produttivo della Innse", afferma Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia. L'intesa è ''un successo che va ascritto alla lotta caparbia dei lavoratori ed alla mobilitazione del sindacato – continua -, che hanno saputo coinvolgere e coagulare adesioni e solidarietà ampie attorno all'obiettivo di impedire la dismissione di una fabbrica d'eccellenza del sistema produttivo lombardo e nazionale". Tira un sospiro di sollievo anche il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, per il quale il salvataggio della Innse "assume un significato ancora più importante visto il momento di crisi generale''.

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