Intercettazioni, arriva il giro di vite: condanne per editori e giornalisti

La seduta è ripresa nel pomeriggio, si profila prolungamento in notturna
News Nazionali

Roma, 19 mag. (Adnkronos/Ign) – Ancora un giro di vite sulle intercettazioni. La commissione Giustizia del Senato ha bocciato gli emendamenti presentati dalle opposizioni per sopprimere le norme che inaspriscono le pene per giornalisti ed editori. Il testo, quindi, prevede il carcere fino a due mesi o l'ammenda da due a 10mila euro per il cronista che pubblica o riassume atti di indagine prima dell'udienza preliminare. Via libera anche alle multe per gli editori da 64.700 a 464.770 euro.

''Arrestateci tutti. Saremo tutti giornalisti – afferma il portavoce nazionale dell'Idv, Leoluca Orlando – Noi dell'Italia dei Valori non lasceremo, infatti, soli i cronisti dalla schiena dritta a combattere per la libertà d'informazione. Chiederemo la disobbedienza civile di tutti i cittadini onesti, mobiliteremo le piazze e, se necessario, occuperemo pacificamente le istituzioni. Qui in gioco c'è soprattutto la libertà, la democrazia, messa in pericolo dalla cricca che non vuole far scoprire i suoi reati''.

''Adesso la cricca non si accontenta più dell'impunità: si fa dittatura. Infatti, il carcere per gli editori e giornalisti che divulgano un'intercettazione – aggiunge l'esponente dipietrista – non è previsto neanche nel peggiore regime. Tutto ciò è gravissimo ed è in pericolo l'articolo 21 della Carta. Siamo certi che il capo dello Stato, garante della nostra Costituzione, non farà passare un sfregio simile alla norma fondamentale di uno Stato di diritto''.

Sulle intercettazioni la commissione Giustizia del Senato è alle ultime battute, ma non per questo è sicuro che termineranno l'esame e le votazioni degli emendamenti entro oggi o stanotte. Il presidente Filippo Berselli (Pdl), parlando con i giornalisti prima dell'inizio dei lavori, ha ricordato che "mancano pochi emendamenti", circa una cinquantina, "ma se l'ostruzionismo delle opposizioni continua, potrebbe anche non bastare un'ora per ogni singolo emendamento". E' un'ipotesi limite che Berselli mette in conto, anche se ha pronte le contromosse: "Se non approviamo il ddl oggi, la commissione è già convocata per le 21 di oggi e ci attrezziamo per la terza seduta notturna".

Berselli non nasconde il suo rammarico per la mancata calendarizzazione per l'aula: "Confidavo che venisse disposta già nella scorsa capigruppo". Berselli non ha escluso che, pur di arrivare a votare il mandato al relatore, la commissione possa riunirsi anche lunedì prossimo. "Il nostro calendario – ha concluso – sarà rispettato. Chi puntava al ritiro del provvedimento, sa che è fuori discussione".

Il confronto prosegue serrato. La seduta stanotte si è conclusa alle 3.40 e proprio in nottata è stato dato disco verde ad alcuni punti chiave del disegno di legge. Tra questi, la cosiddetta norma 'D'Addario': non si potranno più registrare conversazioni senza che ci sia il consenso di tutte le parti interessate. Stop anche alle riprese visive: chiunque verrà condannato per riprese e registrazioni fraudolente, rischia fino a quattro anni di reclusione.

Non si potranno inoltre fare riprese tv di processi se non ci sarà il consenso di tutti. Passa anche la misura 'antitalpe': chiunque riveli notizie che riguardano atti o documenti processuali coperti da segreto, rischia il carcere da 1 a sei anni.

Passa anche la norma che rafforza l'obbligo già esistente per il pm di informare le gerarchie ecclesiastiche qualora ad essere indagato e intercettato sia un sacerdote o un vescovo: in quest'ultimo caso, il 'pm invia l'informazione al cardinale segretario di Stato'.

Oggi intanto sono arrivate nuove repliche a Daniela Santanchè che ha invocato il diritto di privacy anche per i mafiosi. ''Se la privacy crea problemi per l'ordine pubblico e fa morire delle persone, credo sia un valore quello della sicurezza e che sia maggiore della difesa della privacy'' ha commentato il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. ''E' un'opinione che certamente non condivido – ha aggiunto – ma rispetto come tutte le opinioni. Il problema è cosa si dicono durante quei colloqui e se servono poi per far commettere nuovi omicidi collegandosi con le cosche che stanno fuori. Quello è il problema''.

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