Italiani arrestati in Afghanistan, Frattini “Un operatore presto libero”. Berlusconi scrive a Karzai

"I militari britannici sono intervenuti dopo l'intervento dell'Nds, i servizi afghani"
News Nazionali

Roma, 14 apr. – (Aki) – "Non sono soddisfatto della risposta ricevuta sinora dalle autorità afghane". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini in un'audizione davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato, riferendo sulla vicenda dell'arresto in Afghanistan di tre operatori italiani di Emergency. "Desideriamo conoscere, e conoscere con urgenza, i tipi e le configurazioni dell'accusa mossa ai nostri cittadini – ha detto Frattini – desideriamo conoscere elementi di prova".

Il titolare della Farnesina, assicurando che i nostri connazionali sono in "buona salute" e che le autorità italiane sono state autorizzate a "incontrarli uno alla volta", ha poi annunciato che uno dei tre operatori potrebbe essere presto scarcerato, se non vi saranno prove contro di lui e che la prossima settimana i tre potrebbero essere trasferiti a Kabul.

L'accusa nei confronti dei tre operatori è di "detenzione consapevole di esplosivi e armi da guerra" e "di essere coinvolti in un complotto in due fasi". La prima fase, secondo l'accusa, prevedeva "un attentato in un'area civile della città, con l'obiettivo di causare vittime civili e feriti da trasferire all'ospedale". La seconda fase del presunto piano avrebbe dovuto svolgersi, secondo gli investigatori afghani "attraverso un invito al governatore di Helmand a fare visita ai feriti nella sede di Emergency", ha aggiunto Frattini. Durante la visita, "un attentatore suicida avrebbe dovuto farsi esplodere", ha concluso il ministro.

Per accelerare l'accertamento dei fatti, in ogni caso, sia il ministro degli Esteri che il presidente del Consiglio SilvioBerlusconi hanno scritto una lettera. La missiva di Frattini verrà consegnata dall'ambasciatore Massimo Iannucci, inviato dalla Farnesina con "urgenza" a Kabul, insieme a quella scritta da Frattini. E verrà consegnata anche una "lettera del presidente Berlusconi al presidente Karzai", ha sottolineato il titolare della Farnesina il quale fa inoltre sapere che sulla vicenda Emergency è stato creato un "team congiunto italo-afghano" con l'obiettivo di un "accertamento rapido della verità". Dall'Afghanistan l'Italia si aspetta il "pieno rispetto di tutti i diritti" riconosciuti dalla legislazione afghana, "compreso quello di presunzione di innocenza". "Il nostro auspicio – ha detto Frattini – è che le indagini possano dimostrare la verità".

Il ministro ha quindi ribadito l'impegno del governo italiano a "tutelare i connazionali all'estero", ma anche il sostegno al processo di ricostruzione dell'Afghanistan, sia delle "infrastrutture materiali che di quelle immateriali", con il pensiero rivolto al sistema giudiziario. E ha sottolineato come sia "estremamente importante non politicizzare" il caso Emergency, "né in chiave interna né internazionale", perché questo "significherebbe indebolire l'azione dell'Italia". Il ministro ha quindi ribadito che chi si presterà ad azioni politicizzate o politicizzabili "creerà un indubbio ostacolo all'azione del governo".

Frattini ha voluto anche chiarire che i militari britannici della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza in Afghanistan (Isaf) sono intervenuti dopo l'intervento dell'Nds, i servizi afghani. Una "pattuglia di artificieri britannici" è arrivata sul luogo dell'arresto "per mancanza di personale specializzato" afghano a trattare il materiale sequestrato nell'ospedale. Le forze britanniche, ha sottolineato il ministro, sono intervenute perché "chiamate dagli afghani".

"E' ora che chi di dovere si dia una mossa. L'Italia ha tutti i mezzi per poter dire semplicemente 'consegnateci i nostri tre connazionali subito e in ottime condizioni''', ha detto a Sky Tg24 il fondatore di Emergency, Gino Strada . "Questa è chiaramente una manovra politica per screditare il lavoro di Emergency. Da cittadino italiano e non da membro di Emergency – ha aggiunto il chirurgo – ritengo questa cosa molto offensiva per il nostro Paese. Chi dal nostro paese riceve due milioni di euro al giorno, anche se sotto forma sbagliata, non può permettersi di trattare cittadini italiani in questo modo".

"Non li vediamo da sabato mattina e non sappiamo più niente di loro da quando l'ambasciatore ha potuto incontrarli, domenica. Da allora buio assoluto". E' quanto ha raccontato a 'PeaceReporter' una delle infermiere italiane di Emergency che si trovava a Lashkargah scorso sabato, quando Matteo Pagani, Matteo Dell'Aira e Marco Garatti sono stati prelevati dall'ospedale e che è riuscita ieri a rientrare a Kabul con gli altri 4 colleghi dello staff internazionale. "Noi stiamo bene – ha dichiarato in un'intervista telefonica -ma siamo molto preoccupati per la sorte dei nostri colleghi, di cui non sappiamo più nulla. Lunedì non hanno concesso all'ambasciatore italiano di rivederli e a oggi non sappiamo dove siano detenuti".

L'infermiera poi ricostruisce i fatti di sabato scorso, spiegando che proprio quella mattina Garatti sarebbe dovuto partire per Kabul ma il suo volo era stato cancellato e che nel primo pomeriggio c'era stato anche un allarme bomba all'interno dell'ospedale che aveva fatto scattare l'evacuazione di tutto lo staff internazionale. "Dopo un po' l'amministratore ci ha detto che l'allarme era rientrato e che potevano tornare tutti al lavoro. Ma proprio in quel momento ci ha chiamato l'infermiere afgano del pronto soccorso, dicendoci che dei militari erano entrati all'ospedale armi in pugno".

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