Roma, 7 feb. (Adnkronos) – La legge di riforma ha "reso non operativa" la Protezione Civile. Lo ha detto il capo del Dipartimento, Franco Gabrielli, che non ha escluso le sue dimissioni se davvero servissero a rilanciarne l’attività e l’efficienza.
Gabrielli, in un’audizione di fronte alla commissione Lavori Pubblici del Senato dedicato al recupero della ‘Concordia’, ha ripetuto che il suo incarico è a disposizione, qualora servisse a ripristinare l’operatività del sistema. "Indubbiamente – ha dichiarato partendo dalle polemiche che si sono scatenate dopo l’ondata di maltempo a Roma – la Protezione civile ha delle criticità, perché ci troviamo a operare, pur avendo 5 mln ipotetici per l’emergenza, con le strutture ordinarie che ci mettono a disposizione le singole amministrazioni".
"Basterebbe chiedere al ministro Cancellieri – ha aggiunto – quanto è costata l’operazione Concordia al corpo dei Vigili del Fuoco e quanto questo impegno possa essere sopportato dai nostri asfittici bilanci ordinari. Toglieteci gli orpelli ma lasciateci l’essenza della Pc. Io questo l’ho sempre detto".
"Il capo del dipartimento della Pc è veramente poca cosa. Se dovessi rendermi conto di essere d’intralcio al sistema, non aspetterei un solo secondo a farmi da parte. La direzione del Dipartimento è sempre a disposizione. Ma credo che i problemi siano soprattutto di agibilità e l’agibilità ha una data e un numero: legge 10 del 2011 che ha reso di fatto non operativa la Protezione Civile".
"In questi giorni – ha conrinuato – i governatori delle regioni colpite dall’ondata di maltempo, non hanno chiesto lo stato di emergenza, non perché, come qualcuno va dicendo in maniera infame, è Gabrielli che li consiglia di non farlo perché non si vuole prendere l’onere della gestione; ma perché i governatori sanno perfettamente che la richiesta di stato di emergenza equivarrebbe all’innalzamento delle accise regionali dei carburanti, in un momento in cui, questa decisione, non aiuterebbe la pace sociale e all’economia dei territori".
"Questa è una delle tante perversioni presenti nella legge 10 febbraio del 2011. Gabrielli si può mettere da parte. Non voglio stare attaccato alla poltrona. Io oggi sono preoccupato che questa istituzione essenziale, sia messa nelle condizioni di funzionare. Oggi questa operatività non la vedo, lo sto dicendo e scrivendo dal 17 febbraio dello scorso anno con una lettere inviata al presidente del Consiglio e al ministro del Tesoro, sottolineando le criticità della legge. Sono stato facile profeta ma è una soddisfazione di poco conto. Una vittoria di Pirro", ha affermato.
Riguardo alle polemiche divampate dopo l’ondata di maltempo che ha colpito anche Roma, Gabrielli ha spiegato: "Sabato mattina ho letto due agenzie di stampa in cui il sindaco si scagliava a testa bassa contro il servizio di previsione metereologica, chiedendo una commissione di inchiesta". "Mi sono permesso di ribattere alle affermazioni del sindaco, dicendo che le previsioni erano corrette e che era stato chiesto al sindaco se, a suo avviso, c’erano delle criticità. Io ho taciuto. Non ho fatto apparizioni televisive e per tutta la giornata di sabato – ha ricordato – sono stato messo alla berlina dalla stampa e su tutti gli organi di informazione".
Oggi è previsto un incontro tra il capo della Protezione civile e il presidente del Consiglio Mario Monti, per fare il quadro della situazione-maltempo in Italia. "So di avere la fiducia di chi mi ha rinnovato l’incarico", ha dichiarato Gabrielli. "Quando verrà meno – ha concluso – ne prenderò atto".
Intanto, Graziano Delrio, presidente Anci, ha chiesto oggi "un chiarimento urgente e serio delle competenze in materia di protezione civile". "Senza una certezza di questo tipo" ai sindaci non resta " che riconsegnare la delega in materia nelle mani dei prefetti", ha sottolineato.