Tripoli, 4 ago. – (Adnkronos/Aki) – Il governo libico ha confermato questa mattina alla Cnn che che il missile sparato ieri e caduto nei pressi di una nave italiana al largo delle coste della Libia era proprio diretto a colpire la Bersagliere.
Il portavoce del governo libico Moussa Ibrahim ha confermato alla Cnn che il missile è stato lanciato ieri da truppe fedeli a Muammar Gheddafi. Un segnale, quello di ieri, per attestare come ‘il nostro esercito ha capacità sorprendenti che non abbiamo ancora usato’, ha detto Ibrahim.
Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ieri aveva escluso che la fregata fosse l’obiettivo del missile sparato da Tripoli e aveva ipotizzato un errore di lancio della contraerea: ‘Prendo atto di quello che dice il governo libico ma in ogni caso le loro parole appaiono, in tutta evidenza, mera propaganda’, dice all’ADNKRONOS.
‘Prima di esprimere un’opinione – spiega La Russa – ho ascoltato i nostri vertici militari e mi sono rigorosamente attenuto alla loro valutazione’. ‘A Gheddafi – fa notare ancora il ministro della Difesa – conviene sostenere una sua capacità di offesa verso la nave italiana ma a me sembra insuperabile quello che mi hanno detto i nostri esperti. La distanza di 2 km tra la caduta del razzo e la nave ‘Bersagliere’, risulta incompatibile con le affermazioni propagandistiche di Gheddafi’.
‘In ogni caso – rimarca La Russa – non va sottovalutata alcuna minaccia. Perciò ho raccomandato ai nostri militari di tenere alta la guardia. Peraltro in ogni missione si corrono pericoli, penso a quello che quotidiamente avviene in Afghanistan dove ogni giorno è una concreta minaccia ai nostri soldati’. ‘Ai militari impegnati in Libia – conclude il ministro della Difesa – va quindi tutta la mia vicinanza e il mio plauso’.
"Fanno un po’ di propaganda", dice anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini. "Lasciamogliela fare – prosegue – apprendiamo anche che hanno fatto un’alleanza con gli islamisti radicali dopo che per sei mesi ci hanno raccontato che i ribelli erano con gli islamisti radicali", dice ancora il ministro che conclude: "Hanno questo strumento di propaganda, non ci preoccupiamo più di tanto".