Napolitano: ‘Fuga dalla politica è catastrofe per la democrazia’

Monito del presidente della Repubblica durante un incontro con i rappresentanti dell'Osservatorio sul lavoro dell'Arel.
News Nazionali

Roma, 28 mag. (Adnkronos) – "Adesso guai se invece della corsa alla politica, ci fosse la fuga dalla politica, questo veramente sarebbe la catastrofe della nostra democrazia e la nostra società". A sottolinearlo è stato il capo dello Stato Giorgio Napolitano parlando al Colle durante un incontro con i rappresentanti dell’Osservatorio sul lavoro dell’Arel. Per Napolitano i partiti "sono la cinghia di trasmissione tra le istituzioni e i cittadini".

Il capo dello Stato si dice convinto dell’efficacia e dell’importanza di internet ma la grande rete, spiega, non può sostituirsi ai partiti e alle sedi deputate alle decisioni politiche. Il web è un "importante canale di partecipazione – osserva -. Attenzione, però, nessuno può condurre direttamente al luogo delle decisioni politiche".

‘La partecipazione dei giovani – sottolinea Napolitano – può svilupparsi attraverso tanti canali, non ci sono solo i partiti politici per essere presenti nella vita sociale, anche in una certa misura nella vita pubblica. Cito come esempio grandi mobilitazioni di giovani in casi di emergenze, vedo grandi slanci e senso di una responsabilità collettiva’.

‘In generale – continua – la realtà dell’associazionismo è molto importante, vengono coinvolte grandi masse di giovani che possono fare attraverso le associazioni tante cose. Intervengono su questioni di dibattito pubblico, prendono pure iniziative dal basso, anche lo scendere in piazza, come è successo ancora ieri, a Brindisi, a giorni di distanza da quella tragedia’.

‘Si tratta di una capacità reattiva che si è manifestata in modo così splendido. Ma, attenzione, qualsiasi canale di partecipazione, come la rete, non può condurre direttamente al luogo delle decisioni politiche. I partiti – insiste Napolitano – sono le cinghie di trasmissione delle istanze dei cittadini verso le istituzioni. La sfera delle decisioni politiche non si tocca’.

Poi, parlando della situazione dei giovani, spiega: "L’idea dell’incontro di oggi nasce dal moltiplicarsi dei dati e delle riflessioni su una condizone giovanile fattasi sempre più critica nel nostro Paese con il dispiegarsi degli effetti e delle successive tappe della crisi globale sorta nel 2008 negli Stati Uniti e propagatasi nel resto del mondo come crisi finanziaria".

"Nessun equivoco", precisa, sul fatto che non spettino al capo dello Stato le scelte di governo per fronteggiare la crisi economica e favorire l’occupazione, soprattutto tra i giovani, ma il ruolo di "ascolto, riflessione e attenzione" proprio del capo dello Stato.

Infine, una considerazione sull’Europa. "Sta vivendo una crisi progettuale", "dobbiamo reagire", ha detto il capo dello Stato. E ha lanciato l’allarme: "Non voglio agitare spettri" ma "il pericolo maggiore" per l’Europa può derivare da "il ritorno di miserabili nazionalismi".

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