Occupazione nelle imprese, lieve calo nel 2009 e non ci sarà il crollo temuto

La crisi economica ha frenato la spinta delle aziende alla creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo i dati Unioncamere e del ministero del Lavoro, però, la diminuzione nel privato sarà nell'ordine del 2%, con una riduzione di 220mila unità.
News Nazionali

Roma, 7 mag. – (Adnkronos) – La crisi economica ha frenato la spinta delle imprese italiane alla creazione della nuova occupazione. Ma la temuta emorragia di posti di lavoro, nel 2009, secondo gli imprenditori non ci sara'. Dalle anticipazioni del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro, su 57mila imprese con dipendenti, emerge che, nel corso di quest'anno, l'occupazione prevista nel settore privato diminuira' di circa il 2%, con una riduzione di 220mila unita'. A diminuire rispetto agli anni precedenti, pero', saranno essenzialmente le entrate (poco superiori alle 700mila), mentre le uscite (per pensionamento o scadenza di contratto) saranno sostanzialmente in linea con quelle dello scorso anno. Il tasso di entrata si attesta infatti attorno al 6% (era il 9,5% nel 2008), mentre il tasso di uscita si colloca all'8% (era l'8,5% lo scorso anno).

Il fatto che le imprese stiano cercando di non disperdere il patrimonio di risorse umane gia' presenti in azienda trova conferma nel sensibile calo dei contratti a tempo determinato, che si riducono di quasi il 50%, con un decremento di 4 punti della relativa quota percentuale. Di riflesso, si registra una ripresa, in termini relativi, nella quota delle assunzioni previste a tempo indeterminato e nei contratti di apprendistato (soprattutto nei servizi).

Le assunzioni stagionali sembrerebbero in questa fase destinate a ridursi del 15%, rispetto alle previsioni formulate dalle imprese per il 2008, mentre le collaborazioni a progetto dovrebbero attestarsi sugli stessi livelli previsti per il 2008, cioe' intorno alle 200mila unita'.

La flessione della domanda di beni e servizi, si rileva, avra' un impatto occupazionale piu' evidente per le imprese industriali (-2,5% la variazione attesa dello stock dei dipendenti tra la fine del 2008 e a fine del 2009) rispetto a quelle delle attivita' terziarie (-1,4%). A livello territoriale, la flessione dovrebbe essere piu' contenuta nel Nord Ovest (-1,7%), a fronte di un calo che nelle altre regioni italiane dovrebbe attestarsi intorno al -2,0%. Sono soprattutto le piccole e piccolissime imprese, comprese quelle a carattere artigianale, a mostrare la piu' intensa contrazione occupazionale (-2,5%), soprattutto tra le unita' manifatturiere (-3,5%).

Se i posti di lavoro messi a disposizione dalle imprese saranno minori quest'anno rispetto al passato, l'occupazione dipendente, pero', salira' di qualita'. Le prime previsioni per il 2009 confermerebbero la crescita della quota delle professioni maggiormente qualificate (dirigenti, impiegati con elevata specializzazione e tecnici, che passerebbero dal 17 al 22% delle assunzioni programmate), nonche' degli impiegati e delle professioni commerciali (dal 31 al 35%); decrescono invece gli operai (dal 35 al 31%) e il personale non qualificato. Nel 2009 le riduzioni piu' marcate si riscontrerebbero tra gli operai (-45% e -127.000 unita') e tra le professioni non qualificate (-40% e -42.000). Le assunzioni previste di professioni specialistiche e tecniche diminuiscono del 38%, quelle di impiegati e professioni commerciali del 37%.

Come conseguenza del calo di assunzioni e dell'orientamento ad assumere in una quota piu' consistente figure professionali elevate, le prime stime Excelsior mostrano che la domanda di assunzioni relativa a personale immigrato (al netto della componente stagionale) subira' quest'anno una riduzione. Essa, infatti, andrebbe da un'ipotesi minima di circa 58.000 unita' (-48,1% rispetto al 2008) ad un'ipotesi massima di poco piu' di 87.000 unita' (-47,9% rispetto all'anno precedente).

Si tratta, si rileva, di una diminuzione rilevante nel confronto con l'anno precedente, visto che le assunzioni previste di lavoratori stranieri potrebbero rappresentare nel 2009 non piu' del 17,7% delle entrate complessive (erano il 20,3% nel 2008 e, addirittura, il 33,3% nel 2003). Questo flusso va pero' integrato con quello relativo alle assunzioni stagionali, che (al netto dell'agricoltura) arrivano ad un massimo di circa 55 mila unita' (il 30% delle assunzioni stagionali previste dal complesso delle imprese industriali e dei servizi), con un decremento dell'11,7% rispetto al 2008. La domanda di lavoratori immigrati stimata da Excelsior non fa pero' riferimento alle esigenze manifestate dalle famiglie (badanti, collaboratrici familiari, ecc.) e dal settore agricolo.

Al di la' delle ripercussioni sugli andamenti occupazionali e sulle performance di mercato delle aziende, gli operatori economici segnalano come uno dei piu' evidenti effetti della crisi un peggioramento dei rapporti delle imprese con gli istituti di credito.

Sulla base dei risultati di un'indagine condotta ad aprile dal Centro Studi Unioncamere su un campione di oltre 1.200 piccole e medie imprese manifatturiere, risulta pari al 19,8% la quota di PMI che dichiara di aver avuto difficolta' nell'accesso al credito bancario negli ultimi sei mesi, a fronte di un 46,1% che non segnala alcun aggravio e un restante 34,1% che non ha invece richiesto prestiti e finanziamenti alle banche nel corso dello stesso periodo. Nel confronto con indagini analoghe (anche se non perfettamente confrontabili) svolte dal Centro Studi Unioncamere nei primi mesi dell'anno, si evidenzia comunque una graduale attenuazione del pericolo di credit crunch per le nostre aziende manifatturiere.

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