Taranto, 10 gen. – (Adnkronos) – Decine e decine di testate accreditate, anche straniere, oltre 250 testimoni che verranno chiamati a deporre tra difese e accusa, una sala stampa con due maxi schermi allestita nel grande corridoio di fronte all’ingresso dell’aula ‘Emilio Alessandrini’ della Corte di Assise del Tribunale di Taranto: sono questi alcuni dei numeri del processo per l’omicidio della 15enne Sarah Scazzi, uccisa ad Avetrana il 26 agosto del 2010 che si apre oggi. Nove le persone rinviate a giudizio. Tra loro le due imputate principali: Sabrina Misseri e la madre di quest’ultima, Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della vittima, accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Entrambe sono detenute.
Gli altri imputati sono Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, accusato di concorso in soppressione di cadavere e di alcuni reati minori (furto, incendio, calunnia), il fratello Carmine e il nipote Cosimo Cosma, detto Mimino, che rispondono di aver aiutato il contadino a sopprimere il corpo della piccola Sarah. Per loro poco prima di Natale la Corte di Cassazione ha stabilito la mancanza di concreti indizi di colpevolezza.
Michele Misseri è al momento attuale sottoposto all’obbligo di dimora ad Avetrana e di firma presso la locale caserma dei carabinieri dopo essere stato per diversi mesi in carcere in quanto all’inizio era ritenuto l’unico autore del delitto, peraltro reo confesso. L’uomo non è stato citato dall’accusa tra i testimoni, nonostante sia stato lui a coinvolgere la figlia Sabrina salvo poi ritrattare le accuse. Tra le persone chiamate a deporre, oltre ai parenti, anche gli amici delle due cugine, Sarah e Sabrina, e i vicini di casa, sia della famiglia Misseri che della famiglia Scazzi. Poi il fioraio, Giovanni Buccolieri, testimone chiave (e peraltro indagato per false dichiarazioni ai pm in un procedimento stralciato da quello principale) che prima disse di aver visto la scena del rapimento della vittima da parte della zia Cosima e forse della cugina Sabrina e poi ritrattò affermando che si sarebbe trattato di un sogno.
Imputati nel processo con l’accusa di favoreggiamento personale sono anche Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, cognato e suocera del fioraio, un albergatore, Giuseppe Nigro, e l’avvocato Vito Russo, ex difensore di Sabrina, che risponde anche di intralcio alla giustizia. A presiedere la Corte di assise sarà una donna, Cesarina Trunfio. Insieme a lei giudice a latere Fulvia Misserini, più i sei giudici popolari. Una vicenda intricata, lunga, ricca di colpi di scena. Non tutti i giornalisti e il pubblico potranno entrare oggi e nelle udienze successive nell’aula della Corte di Assise. Fuori saranno i maxischermi a collegarsi in diretta con l’interno e a consentire ai cronisti di seguire il processo.
