Operatore italiano di Emergency rapito in Darfur. Farnesina chiede silenzio stampa

L'organizzazione ha immediatamente attivato tutti i contatti a sua disposizione
News Nazionali

Roma, 16 ago. (Adnkronos) – Francesco Azzarà, operatore italiano di Emergency, è stato rapito a Nyala, capitale del sud Darfur, il 14 agosto, alle ore 17 locali, mentre si trovava in auto diretto verso l’aeroporto della città. Lo riferisce una nota dell’organizzazione, spiegando che Azzarà, 34 anni, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico che Emergency ha aperto nel luglio del 2010. L’organizzazione ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione.

L’Unità di Crisi della Farnesina, in stretto contatto con Emergency e la missione Onu in Darfur (Unamid) e in pieno coordinamento con l’ambasciata a Khartoum, ha attivato tutti i canali disponibili presso le Autorità locali per una soluzione della vicenda.

D’accordo con Emergency, con cui si mantiene un collegamento continuo, la Farnesina chiede inoltre il silenzio stampa per facilitare la liberazione del connazionale. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, immediatamente informato del sequestro, riporta una nota del ministero, segue personalmente gli sviluppi e ha disposto il rientro a Khartoum dell’ambasciatore, momentaneamente in Italia.

Sul sito web del comune di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, paese dove vivono i genitori di Francesco Azzarà, si legge: "La Comunità Mottese vive in trepidante attesa per le sorti di Francesco e si stringe alla famiglia in un atto di piena solidarietà".

"Il sindaco e l’amministrazione comunale, in stretto contatto con le autorità preposte, – continua il messaggio – seguono fiduciosi l’evolversi della vicenda con la speranza di poter riabbracciare presto il giovane professionista di pace".

"Ci sono persone che decidono di dedicarsi al prossimo in maniera totale, – sottolinea ancora il messaggio – lasciando tanto nei loro Paesi d’origine per recarsi in quelli in via di sviluppo dove il loro lavoro è preziosissimo. Lo fanno per aiutare persone meno fortunate, come volontari, senza pensare alla possibilità di mettere a rischio la propria vita e la tranquillità delle loro famiglie e Francesco è uno di questi".

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