Roma, 17 nov. – (Adnkronos) – Il sindacato Rai sfiducia il Dg mauro Masi. Si è concluso stamattina con 1.314 no e 77 sì lo spoglio del referendum che l’Usigrai ha indetto sull’operato del direttore generale. “Alla luce delle politiche aziendali fin qui perseguite – recita il quesito proposto a tutti i giornalisti Rai contrattualizzati -, esprimi fiducia nel direttore generale della Rai Mauro Masi?”. Su 1.878 aventi diritto i votanti sono stati 1.438, le schede bianche 29 e le nulle 18. Soddisfazione per i risultati è stata espressa dal segretario del sindacato dei giornalisti della Rai Carlo Verna, secondo cui “un Paese democratico non potrà non tener conto di un risultato tanto eclatante”.
Ma il Dg non ci sta: ‘Essendo una cosa priva di rilevanza formale e sostanziale, il voto Usigrai (associato alla consueta compagnia di giro) può essere solo o una manifestazione politica o un tentativo di intimorire. Obiettivo fallito in entrambi i casi’. afferma.
Una lettura non condivisa dalla Federazione nazionale della stampa: “Il voto di sfiducia espresso dai giornalisti nei confronti del direttore generale della Rai, Mauro Masi, è di una chiarezza impressionante. Altro che espressione politica di parte”.
“Valgono i numeri – scandisce la Fnsi – 1438 votanti di cui 1391 hanno negato la fiducia a Masi, sono più dei colleghi iscritti all’Usigrai che aveva indetto il referendum. Sono voti che esprimono una enorme contrarietà alla direzione dell’azienda del servizio pubblico sui fatti e non sulle chiacchiere del contenzioso politico su cui ora il direttore generale sembra volere buttare la vicenda per confonderla in una cagnara indistinta”.
Il referendum sul direttore generale della Rai, prosegue il sindacato, “vale per quello che è: un dato di fatto trasparente certificato da numeri che sono espressione di persone, aderenti alle più svariate idee politiche, nell’esercizio dei loro diritti di cittadinanza e di basi culturali certamente plurali. Il risultato dell’impressionante sfiducia a Masi è l’espressione di una valutazione generale negativa sulla sua direzione e nient’altro, da cui è lecito trarre conseguenze. L’Usigrai ne ha chiesto le dimissioni. Il direttore Masi si è aggrappato all’assenza di rilevanza formale del voto. Ma la sostanza del risultato fischia nelle sue orecchie come un tempo che è scaduto”.