Rai, Minzolini a giudizio per peculato. L’azienda si costituirà parte civile

Il processo si terrà l'8 marzo prossimo.
News Nazionali

Roma, 6 dic. (Adnkronos/Ign) – Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è stato rinviato a giudizio per peculato in relazione all’uso della carta di credito aziendale per una spesa di 68mila euro in un periodo di 14 mesi, sulla base di un esposto presentato da un’associazione di consumatori e dall’Idv. La decisione è del gup di Roma Francesco Patrone che ha accolto le istanze del procuratore aggiunto Alberto Caperna. Il processo si terrà l’8 marzo prossimo davanti alla VI sezione penale del Tribunale di Roma.

La Rai in una nota che fa seguito al rinvio a giudizio afferma di aver ‘partecipato all’udienza preliminare nella veste di persona offesa in attesa del vaglio del giudice dell’udienza preliminare. Rai si costituirà parte civile entro il termine di decadenza previsto dalla legge, che è quello dell’udienza dibattimentale fissata per il prossimo 8 marzo, per il danno di immagine e per i residuali profili di danno non patrimoniale".

A sostenere l’accusa il procuratore aggiunto Caperna, il quale ha sottolineato tra l’altro che la restituzione delle somme non cancella il reato contestato. Di conseguenza ha insistito nella richiesta di rinvio a giudizio.

A difendere il direttore del Tg1 gli avvocati Franco Coppi e Carlo Pandiscia. In una nota congiunta i due legali hanno espresso "la convinzione che nel processo sarà dimostrata la insussistenza in fatto e la impossibilità in punto di diritto della configurazione del delitto di peculato contestato al dott. Minzolini in relazione ad alcune spese ritenute ingiustificate e che rientrano invece nell’ambito di consentite spese di rappresentanza".

"I difensori tengono poi a precisare che a fronte delle contestazioni mosse al dott. Minzolini circa l’impiego della carta di credito aziendale -proseguono gli avvocati- il Direttore del Tg1, sia per rispetto verso l’azienda sia per fugare qualsiasi dubbio circa la trasparenza della propria condotta, ha da tempo provveduto ad accreditare alla Rai l’intero importo della somma in discussione e ciò ancora prima che si avesse notizia della esistenza del procedimento penale". I difensori sottolineano infine "che proprio per questo motivo la Corte dei Conti ha disposto l’archiviazione dell’azione contabile nei confronti del dott. Minzolini, riconoscendo così l’inesistenza di qualsiasi danno per l’azienda".

Duro il commento di Minzolini: "Volevano farmi saltare dalla direzione del Tg1 quando c’era il voto di fiducia al Senato del 14 dicembre del 2010. Quello che non sopporto di questa vicenda è che vengano utilizzati strumenti del genere per raggiungere l’obiettivo. Questo mi dà l’idea della società di trogloditi in cui viviamo. Mauro Masi in questa vicenda è stato un pusillanime, uno leggero, perché per due anni l’azienda non mi ha mai contestato nulla’.

‘Tutto ad un tratto mi vengono contestate cose che non stanno né in cielo né in terra – ha detto – Per me queste spese erano per l’esclusiva che mi era stata richiesta al momento dell’assegnazione dell’incarico. Masi mi rispose che poteva passare come un benefit compensativo, ma successivamente mi venne spiegato con una lettera che la Rai non poteva attuare questo strumento e quindi mi propose una sorta di facility, consentendomi tra l’altro la collaborazione con ‘Panorama’ a cominciare da maggio di quest’anno. In ogni caso io ho restituito la somma di denaro che mi viene contestata’.

Quanto all’accusa ‘che mi si rivolge si riferisce a una serie di pranzi per i quali non avrei presentato i giustificativi. Il fatto di non indicare il nome del commensale invitato per chi come me riveste il ruolo di direttore del Tg1 è una prassi che vige dal 2003 e che mai era stata messa in discussione’.

Il Cdr del Tg1 sollecita ‘una svolta. Serve, subito, un direttore autorevole di indiscusso profilo professionale e morale, super partes, che segni una forte discontinuità editoriale col passato e recuperi tutte le professionalità messe ai margini’. ‘Il Tg1 – prosegue l’organismo di rappresentanza – ha tutte le professionalità per riacquistare prestigio e autorevolezza. Lo può e lo deve fare con un direttore che rimetta solo il prodotto al centro del telegiornale e faccia recuperare ai giornalisti unità e senso di appartenenza". Ma Attilio Romita, uno dei tre componenti il Cdr, del comunicato diffuso dagli altri due membri dice di condividere ‘solo l’appello all’unità rivolto ai colleghi del Tg1. Per il resto non credo sia il momento di emettere giudizi sommari nei confronti di un direttore e di un gruppo dirigente che meritano rispetto’.

Per Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, "il rinvio a giudizio di Augusto Minzolini per peculato è semplicemente l’occasione ineludibile in relazione al quadro normativo e ai precedenti aziendali per risolvere anche un problema editoriale gigantesco che c’è al Tg1. Poiché non si può mettere in dubbio che l’avventura del ‘direttorissimo’ nella testata ammiraglia della Rai vada dichiarata conclusa è il momento di occuparsi con determinazione del futuro del più importante telegiornale del servizio pubblico".

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