Scoperta frode fiscale per almeno 50 mln: arrestati i titolari di alberghi di lusso

Hanno un'esposizione debitoria di centinaia di milioni di euro tra fidi, mutui e finanziamenti vari
News Nazionali

Torino, 23 set. – (Adnkronos) – Facevano fallire le società e ne aprivano contemporaneamente altre, riuscendo a scaricare le perdite su quelle fallite e a conservare i crediti su quelle nuove. I carabinieri hanno arrestato ieri due persone, A.R., imprenditore di 65 anni e G.L., ragioniere di 59, titolari di diversi alberghi e ristoranti di lusso.

Perquisizioni sono state effettuate a Torino, Genova, Rapallo, Venezia, Catania, Roma, Napoli e Catania; cinque società e 19 conti correnti sono stati sequestrati, oltre ad alcune cassette di sicurezza. Tra gli altri locali, i due soci sono titolari dell’hotel Golden Palace e del ristorante Al Cambio di Torino, sono ex proprietari dell’hotel Turin Palace, fallito, sempre nel capoluogo piemontese, e sono proprietari di alberghi a 5 stelle anche a Rapallo, dove possiedono l’Excelsior, a Genova, dove hanno l’hotel Bentley, a Venezia, dove sono titolari dell’hotel San Clemente, e ancora a Catania, Napoli, Palermo, e Taormina, oltre che di alcuni ristoranti di lusso ad Asti e Milano.

A emettere l’ordine di custodia cautelare in carcere è stato il pm Giuseppe Riccaboni della procura di Torino. Le indagini, iniziate a marzo, in seguito a diverse segnalazioni dell’Agenzia delle entrate e di Equitalia, hanno permesso di ricostruire la strategia dei due che, con diverse operazioni, riuscivano a frodare il fisco. Nel corso di queste operazioni, che hanno portato al fallimento di molte delle loro società, i due soci d’affari non hanno presentato alcuna documentazione contabile o relativa ai bilanci ai curatori del tribunale. Equitalia ha indicato in circa 50 milioni di euro l’evasione fiscale relativa al solo periodo 2006/2007.

In realtà, spiegano i carabinieri, considerato anche l’indotto rappresentato da tutti i fornitori, anche piccoli, degli alberghi che verranno tutti trascinati dal fallimento delle società e dalle banche nei cui confronti gli indagati hanno un’esposizione debitoria di centinaia di milioni di euro tra fidi, mutui e finanziamenti vari, il buco è probabilmente molto più ampio.

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