Sonda nella tomba di S.Paolo, trovati i resti dell’apostolo

Nel sarcofago sotto l’altare c’è proprio l’apostolo delle Genti
News Nazionali

Roma, 29 giu. (Ign) – Dopo il ritrovamento dela più antica icona di San Paolo, un’altra rivelazione sull’Apostolo delle Genti: i resti mortali di Paolo di Tarso sono conservati proprio nella tomba di San Paolo, sotto l'omonima basilica romana. Ad annunciarlo è stato ieri Benedetto XVI, non nascondendo una ''profonda emozione'' nel dire al mondo l’esito della prima ricognizione, attraverso una sonda, nella tomba di Paolo.

Le analisi e i reperti trovati, frammenti d'ossa, grani d'incenso, un lino laminato d'oro, hanno confermato – ha scandito Papa Ratzinger – la tradizione religiosa di quasi venti secoli, secondo cui, proprio in quel sarcofago, vengono venerati i resti dell'apostolo. E’ la conclusione migliore dell'Anno Paolino, dedicato al bimillenario della nascita dell’uomo convertito al Vangelo sulla via di Damasco.

Nella Basilica romana dedicata all'apostolo delle genti, durante una cerimonia ecumenica a cui ha preso parte anche una delegazione ortodossa da Costantinopoli (Istanbul), Benedetto XVI ha spiegato la recente e “attenta” analisi scientifica. “Nel sarcofago che non è mai stato aperto in tanti secoli – ha raccontato il Santo Padre – è stata praticata una piccolissima perforazione per produrre una speciale sonda mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato di oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. E' stata anche rilevata la presenza di grani di incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree”.

“Inoltre – ha proseguito Ratzinger – piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all'esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza sono risultati appartenere a persona vissuta tra il primo e il secondo secolo”. Questo, ha tratto le conclusioni Benedetto XVI, “sembra confermare l'unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell'apostolo Paolo. Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione”.

Al suo fianco, ieri c’era l'arciprete della Basilica di San Paolo fuori le Mura, il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, che oggi, in un'intervista a 'La Repubblica' ha spiegato: “Lo sapevamo da più di un anno che nel sarcofago ci sono le ossa di San Paolo, ma non lo abbiamo detto prima perché era un annuncio che spettava fare solo al Santo Padre. E ci ha riempito di gioia sentirlo alla solenne chiusura dell'anno Paolino”.

“Solo il Papa può dare annunci così solenni e impegnativi – ha aggiunto – Sono molto soddisfatto che i pochi che lo sapevano hanno fedelmente rispettato il giuramento pontificio a mantenere il segreto a cui erano stati sottoposti quando è stato autorizzato l'inserimento del sondino nel sarcofago per avviare lo studio del contenuto. Sono felice, emozionato per la scoperta in se': avere la certezza che si tratta veramente dei resti dell'Apostolo non può che riempirci di gioia come cristiani e non solo”.

Le Scritture narrano che Paolo fu catturato, su accusa dei giudei del Tempio, verso la fine degli anni 50 a Gerusalemme. In quanto cittadino romano, chiese di essere giudicato a Roma, dove arrivò nel 60-62, dopo essere stato per anni agli arresti domiciliari a Cesarea Marittima e al termine di un viaggio rocambolesco, con tanto di naufragio a Malta.

Secondo fli Atti degli Apostoli San Paolo fu probabilmente liberato e poi arrestato nuovamente: il suo martirio avvenne per decapitazione, come si usava con i cittadini romani, verso il 66-67 sulla via Laurentina, in un posto chiamato allora 'le tre taverne' e divenuto oggi 'le tre fontane'. La sepoltura fu fatta sulla via Ostiense, dove sorge la Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Gia' dal secondo secolo d. C., si pregava sulla tomba di Paolo.

Stamane il Papa presiede nella basilica di San Pietro la messa nella solennità dei santi Pietro e Paolo, patroni di Roma. Concelebrano i 34 nuovi arcivescovi metropoliti, ai quali Benedetto XVI imporrà il sacro pallio, la stola di lana bianca, simbolo della potestà vescovile.

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