Roma, 19 apr. – (Adnkronos) – E’ tornato libero Pierluigi Concutelli, il leader di Ordine Nuovo, che, il 10 luglio del 1976, uccise a Roma il sostituto procuratore Vittorio Occorsio, ‘responsabile’ di aver portato allo scioglimento il gruppo neofascista. Nei giorni scorsi a Concutelli è stata infatti riconosciuta la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute.
Concutelli fu condannato per il delitto del sostituto procuratore Vittorio Occorsio e, successivamente negli anni ’80, ad altri due ergastoli per aver sgozzato due neofascisti Ermanno Buzzi e Carmine Palladino da lui considerati delatori.
Ottenne in seguito il regime di semilibertà, che gli fu revocato quando, nell’estate del 2008, mentre rientrava in carcere a Rebibbia fu perquisito e gli furono sequestrati hashish, denaro e coltello. Privato della semilibertà, tornò in carcere ma in seguito ottenne gli arresti domiciliari per motivi di salute. Concutelli è infatti in gravissime condizioni di salute: ha subito un grave ictus che gli impedisce di parlare e di alimentarsi regolarmente. Durante gli arresti domiciliari era stato ospite del fratello a Portogruaro, in provincia di Venezia.
Ora gli è stata riconosciuta la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute. Concutelli ha quindi lasciato gli arresti domiciliari e, come sottolinea sul suo blog Ugo Tassinari, saggista e studioso della destra radicale, “è stato trasferito dagli amici che lo assisteranno in una casetta sul mare, sul litorale di Ostia”.
“Dolore, amarezza e rabbia per un pentimento che non c’èmai stato. Ma mai parlare di pena di morte, mio padre sarebbe stato contrario. Mio figlio ha parlato d’impeto. Serve la certezza della pena”, ha commentato all’Adnkronos Eugenio Occorsio, figlio del giudice Vittorio.
“Concutelli – ricorda – non ha mai chiesto scusa e non si è mai pentito. Fa rabbia il suo mancato pentimento”. In ogni caso, sottolinea il figlio del giudice Occorsio, “va evitato, nei giorni nostri, qualsiasi riferimento a quegli anni tremendi, indegni di un Paese civile. E’ necessario conservare la memoria storica ma tenere lontano lo spettro degli anni di Piombo”.