Roma, 4 feb. (AdnKronos Salute) – "Sull’utero in affitto è necessario aprire un dibattito femminista vero ed elevato. Di alto livello, che analizzi e approfondisca l’implicazione dei diritti delle donne. Questo non sta avvenendo". Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine di un incontro a Roma sulla dislessia, mentre al Senato prosegue la discussione generale sulle unioni civili.
Lorenzin non nasconde il disappunto per lo scarso spazio dedicato dai media al suo appello alle parlamentari, lanciato ieri, per promuovere un confronto trasversale al femminile. "Tutto è stato ridotto ad uno scontro di posizioni di partito. Ma è proprio questo, su un tema così complesso, che si dovrebbe evitare".
Sulle unioni civili i capigruppo in Parlamento "dovrebbero non mettere paletti. E lasciare spazi di dibattito", secondo il ministro della Salute. Per Lorenzin "si tratta di temi in cui deve esserci libertà di coscienza. E occorre lasciare lo spazio per un dibattito al femminile sui temi che riguardano i diritti stessi delle donne, come l’utero in affitto, con tutte le implicazioni etiche, bioetiche, economiche", ha aggiunto.
Poi, in un’intervista a Tg2000, il telegiornale di Tv2000, il ministro della Salute ha detto: "Il corpo della donna come un forno in cui qualcuno ordina una torta cucinata da qualcun altro per poi portarla via. Siamo arrivati ad una mercificazione del corpo della donna. Dopo la prostituzione per povertà oggi assistiamo alla generazione e riproduzione per povertà". "La ‘stepchild adoption’ – ha sottolineato – in realtà apre alla pratica dell’utero in affitto e dell’eterologa che in Italia ricordo sono vietate per legge".
"L’incubo e il terrore più grande per qualsiasi donna incinta – ha aggiunto – è che le venga tolto il bambino. C’è un mercato che fa milioni di dollari sul corpo delle donne che diventano delle vere e proprie schiave e fattrici". "C’è una lacerazione – ha proseguito il ministro – tra noi donne dell’Occidente, colte, istruite, ricche che rivendichiamo i nostri diritti e le altre donne ridotte in schiavitù, senza diritti civili e politici. Abbiamo necessità di un neo-femminismo fatto di umanità. Non dobbiamo farci scippare così la maternità".
Il ricorso al referendum, ha concluso il ministro "credo sia veramente necessario perché siamo di fronte a norme che cambiano la visione di una società che incidono indirettamente sul futuro delle donne e direttamente su quello dei bambini. Questo credo che meriti una maggioranza più ampia di quella parlamentare. E’ stata veramente un’occasione sprecata per fare una buona legge sulle unioni civili condivisa largamente da tutti".