Da una parte, dunque, l’opposizione accusa i continui attacchi ai propri rappresentanti, dall’altra la maggioranza ribatte sottolineando la sterilità ed il pregiudizio in ogni azione della gruppo di minoranza. Sta di fatto che l’Assemblea è rimasta impoverita, orfana di quell’azione democratica garantita dal dialogo e dalla concertazione di più entità. Da parte sua il capogruppo di “Espace – Spazio Charvensod”, Marcoz sottolinea che è stata una decisione sofferta e non sarà circoscritta al solo Consiglio di inizio ottobre, ma che, se le cose non cambieranno, "sarà la condotta della minoranza in questa seconda parte di legislatura".
Nella replica della maggioranza, contenuta in una nota a firma del sindaco Ennio Subet, la stessa si difende affermando che "mai nessun rappresentante di maggioranza si è permesso di “scaricare insulti” nei fronti dell’opposizione". Nel sottolineare il coinvolgimento della minoranza della stesura del documento relativo all’acquisizione del rifugio Arbolle, questione che ha scatenato la bagarre, la maggioranza rigetta ogni accusa “gratuitamente espressa” e considera l’uscita dal consiglio della minoranza “un grave atteggiamento di irresponsabilità soprattutto nei confronti di coloro che con il voto li hanno delegati alla rappresentanza in seno al Consiglio comunale”. E il gruppo consiliare di maggioranza rincara la dose aggiungendo: “un maggior rispetto ai ruoli…non può venire meno per assecondare ambizioni di una gruppo di persone che, dall’inizio della legislatura, non si è mai proposto attivamente, con idee concrete e realizzabili, e che nessun valore aggiunto ha dato all’operato dell’Amministrazione comunale di Charvensod”.
A scatenare la bagarre che ha portato il gruppo consiliare di opposizione a tale scelta è stata la seduta del 12 settembre 2008, quanto un consigliere di minoranza ha evidenziato che la delibera per l’acquisizione da parte del comune del rifugio Arbolle, “presentava alcune imprecisioni nel testo, non riportando correttamente quanto scritto dal dott. Commercialista Ferré nella sua relazione, e falsando di conseguenza l’intero contenuto della deliberazione stessa”. Di qui i toni accesi di una discussione che hanno determinato quanto avvenuto mercoledì 1° ottobre in Consiglio comunale a Charvensod.