Addio al Rebel di via Trottechien, chiuderà a fine mese: “Contro di noi un accanimento incredibile”

Con poche righe affidate a Facebook il locale aostano annuncia la chiusura, che arriva dopo un lungo braccio di ferro con l’Amministrazione del Capoluogo. La titolare: "Il Comune si trincera dietro l'Arpa". Centoz: "Le relazioni non lasciano dubbi".
Il Rebel di Aosta - Foto dalla pagina Facebook
Politica

“Con immenso dispiacere siamo costretti a comunicarvi la scelta presa, a malincuore.
L'ordinanza comunale del sindaco che impone la chiusura anticipata alle ore 24 ha causato un danno economico notevole che ci ha costretto a prendere l'estrema decisione di chiudere i battenti il 31 dicembre 2017”.

Così, con poche righe affidate a Facebook lo staff del Rebel, il locale aostano di via Trottechien, chiude. Una resa non incondizionata, che arriva dopo un lungo braccio di ferro con l’Amministrazione del Capoluogo, e che ha portato ad una decisione arrivata perché, scrivono, “le condizioni sono diventate davvero difficili e ci dispiace per il poco preavviso ma d'altronde anche noi di preavviso, da parte del Comune, non ne abbiamo avuto”.

Ringraziano amici e clienti, promettono una grande festa di chiusura, il 29 dicembre, ma l’amarezza è tanta: “C’è stato un accanimento incredibile sul Rebel – spiega la titolare Lorenza Scarpante – mentre a processo abbiamo dimostrato di aver fatto tutto ciò che dovevamo come ricorrere a segnalazioni e al buttafuori. Abbiamo raccolto 20 dichiarazioni di chi vive in via Trottechien, e a nessuno abbiamo dato problemi, si è data ‘corda’ a chi ha portato le rimostranze in Comune”.

Parte fondamentale della vicenda sono le rilevazioni dell’Arpa, cominciate già a maggio 2015 per ‘superamento dei limiti sonori imposti dalla legge’. Su questo, Scarpante ha da ridire: “Le rilevazioni tecniche che ho pagato io dicono chiaramente che il problema è fuori dal locale, e lì  responsabilità è del Comune. Ho deciso di non fare ricorso, perché me ne andrò via, ma gli elementi per farlo ci sarebbero tutti, mentre il Comune si trincera dietro l’Arpa ma non tiene conto della nostra ‘controrilevazione’”.

Chiusura che, oltretutto, ha anche altri strascichi: “Anche i giovani sono cittadini di Aosta e non capisco come si possa non pensarci, ed io licenzio sette persone come nulla fosse e perdo 12mila euro al mese”.

Il Sindaco di Aosta Fulvio Centoz, di suo, rimanda al mittente le accuse: “Nessun tipo di accanimento – spiega – ed i problemi sono cominciati nel 2015, lo ricordo perché è stata una delle prime questioni da affrontare appena eletto, ovvero le diverse lamentele dei cittadini, più volte venuti a in Comune. Dopo due anni e mezzo abbiamo cercato soluzioni alternative proprio per non far chiudere il locale. Non c’è alcuna volontà di tarpare le ali agli imprenditori o di mortificare giovani, ma bisogna contemplare anche interessi contrapposti, devi prendere delle decisioni e le relazioni dell’Arpa parlano chiaro”.

Una risposta più precisa il Primo cittadino la affida anch’egli ai social network: “Le risultanze della relazione dell’Arpa – scrive Centoz sulla sua pagina Facebook – non lasciano dubbi: il rumore supera di 20 volte il limite previsto dalla normativa. Impossibile quindi non prendere dei provvedimenti altrimenti i residenti della zona interessata ben avrebbero potuto chiedere i danni al comune. Sono quindi sinceramente dispiaciuto della scelta dei titolari di chiudere definitivamente il locale ma il Comune di Aosta non può che prendere atto di questa decisione. Forse lo sbaglio è a monte: quella via, stretta e corta, non è adatta ad un locale notturno essendo difficile contenere i rumori entro i limiti di legge”.

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