Il Presidente del Consiglio regionale, l’arbitro dei lavori dell’aula, è sempre “terreno di scontro” politico. Le accuse, e tutti i cambiamenti della scorsa consiliatura lo dimostrano – i Presidenti sono stati in ordine, Rini, Marco Viérin, Andrea Rosset ed infine Farcoz – ed il refrain era sempre lo stesso: candidature non condivise, Presidente proposti e votati dalla sola maggioranza.
L’elezione di Antonio Fosson non fa differenza, i veleni cominciano a circolare nell’aula. 18 i voti per lui, 16 quelli per Alberto Bertin, proposto da Uv, Uvp, M5s e Impegno Civico. Una scheda bianca, ed il sospetto è che lo stesso Bertin non si sia votato.
Sedendosi sul suo nuovo scranno, il neo Presidente spiega: “Questa assemblea è il cuore del dibattito politico, ma anche luogo e cuore della nostra comunità. In questa Legislatura c’è una frammentazione e ci sono nuove forze politiche nazionali che saranno messe qui alla prova. È difficile, ma bisogna iniziare, con un senso di responsabilità. L’auspicio è che Il Consiglio Valle torni ad essere la casa di tutti ed in cui tutti vengono rappresentati. Lo dobbiamo alla nostra gente, per ridare fiducia verso le istituzioni e la politica, ed una nuova speranza per il futuro”.
Per la Vicepresidenza la maggioranza propone – per bocca di Andrea Manfrin, Lega – Emily Rini, mentre la minoranza non esprime nessuno. Nessuna “trappola”: con 18 voti Rini e Vicepresidente. L’altro Vice, Luca Bianchi, in quota minoranza, prende invece 10 voti, il 6 + 4 tacito di Uv e Uvp.
Anche per il Consigliere Segretario la proposta che arriva dalla maggioranza è una sola: Patrizia Morelli di Alpe. Dalla minoranza, anche qui, l’accordo tra le due “Unions” è tacito: con dieci voti il Consigliere Segretario per l’opposizione è Laurent Viérin. Composizione che suona “bizzarra”, col senno di poi, e che dà anche il segnale della frammentazione progressiva che il mondo unionista ha vissuto negli anni, vista la derivazione di tutti i nuovi membri dell’Ufficio di Presidenza.