"Oggi, nonostante si ribadisca nel piano socio sanitario la necessità di porre tra gli obiettivi prioritari il raggiungimenti di adeguati tempi di conciliazione tra lavoro e famiglia e anche a fronte del grave problema del basso indice di natalità valdostano, il governo regionale smentisce clamorosamente gli impegni presi in tal senso". Così Alpe e Uvp nel commentare le nuove direttive sui servizi alla prima infanzia che cambiano il rapporto educatore bambino da 1 a 6 a 1 a 8 e che prevedono tra l’altro un aumento delle rette.
"Ancora una volta, in modo unilaterale e senza fornire le necessarie informazioni riguardo all’analisi reale dei dati, a fronte di un costo unitario medio reale degli asili nido di oltre 1.100 euro mensili, la delibera stabilisce d’imperio che il costo unitario non potrà superare gli 850 euro mensili, precisando però che tale diminuzione non dovrà causare una diminuzione dei livelli medi di qualità garantiti fino a oggi" scrivono i responsabili degli enti locali di Uvp e Alpe Fabio Marra e Roberto Cunéaz.
I due movimenti sottolineano quindi come "la bozza di delibera presentata al Celva dall’Assessorato regionale scardina e rischia di azzerare il sistema valdostano dei servizi alla prima infanzia, andando a gravare oltre misura e in modo praticamente insostenibile sulle famiglie".