L’Autonomia differenziata delle Regioni – dopo il “via libera” arrivato alla Camera dei deputati – è legge. Da Roma, dopo l’approvazione definitiva, la senatrice Nicoletta Spelgatti (lega) parla di “un momento storico per il Paese” spiegando che “da oggi inizia un percorso di modernità ed efficienza”.
Non solo: “Con immensa emozione oggi, in prima commissione al Senato, mentre proseguiamo i lavori per l’importantissimo disegno di legge Calderoli sulla montagna, con Roberto ho la gioia di festeggiare l’approvazione definitiva dell’autonomia differenziata”.
Momento storico – dice ancora Spelgatti – “con un rilancio del potere decisionale delle regioni e un avvicinamento delle scelte che impattano sui territori ai cittadini. Adesso inizierà il percorso delle intese, che permetterà anche alla Valle d’Aosta di ottenere nuovi margini di autonomia, rafforzando il nostro Statuto Speciale e ottenendo nuove materie di competenza”.
“Un ringraziamento speciale va al ministro Calderoli – chiude la senatrice del Carroccio –, che realizza il principale sogno della Lega da sempre, e al Ministro Salvini. Un grazie anche alla premier Meloni e a tutti gli alleati, che hanno reso possibile tutto questo. Adesso, dopo l’autonomia, ci si concentra sull’altra immensa sfida, la montagna, con un quadro legislativo complessivo che ne permetta un effettivo rilancio. Un pensiero di profondissimo ringraziamento lo rivolgo a tutta la mia amatissima comunità valdostana, che mi ha concesso l’onore immenso di essere qui a vivere un momento storico così importante”.
4 risposte
Pensa che onore …Calderoli!!!! No comment
Esatto. Non c’è nulla d festeggiare
Ha ragione la Spelgatti, è un momento storico. Nel senso che non eravamo mai caduti così in basso.
Sempre ad elogiare l’Autonomia Differenziata, ok. Ma: il governo ha 2 anni di tempo per attuare la legge, quindi non è ancora applicabile, prima di attuare l’Autonomia differenziata ogni Regione deve definire con lo Stato i costi minimi dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), cosa che è di difficile da fare perché il governo non ha ancora definito i criteri di definizione e quelli proposti sono di difficile applicazione, visto che dipenderanno tutti dalla disponibilità economiche del bilancio statale. E cosa più importante, le Regioni potranno ridefinire l’Autonomia ogni 10 anni e possono revocarla anche dopo un anno dall’accordo se non funziona, ma lo Stato ha un potere ancora maggiore: se la Regione non rispetta i LEP, lo Stato prende il controllo assoluto delle attività regionali (ergo commissiariano la Regione), e se lo Stato non ha i soldi sufficienti per permettere l’applicazione dei LEP delle Regioni, può revocare unilaterlamente l’Autonomia differenziata alle Regione e rivedere al ribasso gli accordi. Per me nulla da dire: quello che non è riuscito a fare l’UV con il nostro Statuto dal 1948, cioè attuarlo completamente, lo fa l’Autonomia Differenziata, ma lo Stato ora ha maggior potere di mettere il becco negli affari della nostra Regione autonoma, visto che tra l’altro il nostro Statuto dovrà essere modificato per non avere problemi di applicazione di questa legge. Se poi tieni conto che se in Regione sgarrano e fanno pasticci (come fanno sempre), lo Stato prende il suo posto e decide come gestire la nostra Regione, vedi che le cose vanno male. Poi faccio notare che le attuali regioni autonome hanno un potere di peso maggiore nelle trattative con lo Stato rispetto a quelle ordinarie grazie agli Statuti Speciali. La domanda è: ma quando tutte le Regioni italiane avranno anche loro una sorta di “Statuto Speciale” con l’Autonomia differenziata, noi regione autonome avremo ancora questo peso nelle trattative con lo Stato? Perché nel momento in cui tutte le regioni italiane saranno autonome, la Valle d’Aosta sarà una normale regione autonoma sulle 20 presenti in Italia: una delle più anziane ma con l’Autonomia Differenziata non farà nessuna differenza. So già che succederà: chi avrà maggior potere nelle trattative Stato-Regione sarà infatti Roma, non Piazza Deffeyes!! E questo indipendemente se il partito regionale al governo è amico o meno di quello nazionale: nel primo caso obbediranno ai capi di partito nazionali, nel secondo caso ci sarà lo scontro isituzionale e sarà a favore dello Stato, visto che sari lui a decidere unilateralmente se la trattiva con Regione salta. Capito il senso delle leggi, come anche quella del premierato ma purtroppo fatte all’italiana: fate in frettissima per piazzare una bandiera di partito a scopo elettorale, ma con un sacco di errori e lacune che in caso di problemi le renderanno un’inferno a livello di applicazione.