“Valuteremo, sotto questo e altri profili, la deliberazione della Giunta e promuoveremo in tutte le sedi, anche giudiziarie, le azioni necessarie per garantire il rispetto del principio di uguaglianza.” A scriverlo in una nota, commentando i nuovi criteri sul Bando Affitti varati ieri dalla Giunta Spelgatti, sono la consigliera regionale Daria Pulz assieme ad altri tre componenti di Impegno Civico, Carola Carpinello assieme a Jeanne Cheillon e Alexandre Glarey.
“Attendiamo di vedere il testo della delibera, per verificare – anche alla luce delle pronunce della Corte costituzionale che, ancora di recente, hanno condannato le discriminazioni fra italiani e stranieri – fino a che punto si siano spinti i leghisti valdostani” scrivono ancora i quattro.
“Sull’esclusione della dichiarazione sostitutiva per gli stranieri, il risultato che si ottiene è, come si è già visto a Lodi, quello di ostacolare scientemente il loro accesso alle agevolazioni. Il problema, come abbiamo già visto per Lodi, discende dall’uso strumentale della scandalosa formulazione dell’articolo 3 del D.P.R. 445/2000 che, in materia di dichiarazioni sostitutive, prevede una disciplina differenziata per lo straniero”.
Per Pulz, Carpinello, Glarey e Cheillon la disposizione è “incostituzionale” e “confligge con quanto previsto dalla fonte sovraordinata contenuta nell’art. 2, comma 5, del Decreto legislativo 289/1998 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione) secondo cui “allo straniero è riconosciuta parità di trattamento con il cittadino relativamente alla tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi legittimi, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell’accesso ai pubblici servizi, nei limiti e nei modi previsti dalla legge”. In termini analoghi si esprime anche il diritto europeo.
Per questo secondo i quattro esponenti di Impegno Civico è “illegittimo pretendere, ai sensi di una fonte regolamentare in contrasto con essa, l’attestazione o la certificazione dallo straniero e non dal cittadino, anche quando l’attestazione o la certificazione da parte dello straniero sia difficoltosa o impossibile, come spesso accade nei Paesi devastati da guerre (dove, peraltro, avere una misera proprietà non conterebbe più niente)”.
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E poi diciamolo, la Corte costituzionale ha già detto alla VdA che 8 anni come soglia per gli stranieri sono troppi.
Sarebbe bastato accorciare un poco e introdurre la richiesta di una serie di documenti al paese di origine, per darci comunque un taglio senza rischiare un déjà vu!
I nuovi criteri sono in linea con quelle che sono le speranze degli italiani. Dare un taglio a tutto ciò che favorisce gli stranieri, al fine di promuovere il sostegno, sotto ogni punto di vista, per gli italiani.
Può piacere o meno, ma poiché le ottuse politiche passate hanno prodotto tali aspettative, trovo sia un suicidio osteggiare ancora una volta il buon senso comune. L’arroganza nel credere di essere dalla parte della ragione, senza considerare quanto sopra, non potrà che aumentare il consenso di coloro che tendono ad estremizzare i provvedimenti.
Alla fine del percorso tutte le formazioni politiche che non lo avranno capito, diverranno irrilevanti, e la partita politiche si giocherà tra formazioni diverse, tutte con ispirazione più o meno sovranista.
L’unica strada per la sinistra e le formazioni civiche che non condividono tale paradigma, è diventare una formazione che accetti la necessità popolare nazionalista, in una versione meno rigida e più bendisposta verso l’europa.
Un commento gretto,ottuso e razzista e come la politica della Lega. Avanti così,Impegno civico, e grazie x rappresentare in Valle d’Aosta la sola alternativa al déjà vu unionista ed al superficiale ed incompetente tentativo dell’attuale maggioranza di cambiare qualcosa. Grazie di cuore.