Bando borghi, fanno discutere le scelte della Regione e di Fontainemore

Da una parte la mancanza di trasparenza della Regione sui criteri con i quali il borgo vincitore è stato scelto, dall'altra le scelte operate dall'Amministrazione comunale di Fontainemore sulla concessione in comodato d'uso per 10 anni degli immobili che saranno ristrutturati con i fondi Pnrr.
Fontainemore
Politica

L’assegnazione dei 20 milioni di euro a Fontainemore per la rigenerazione del borgo di Boure de Gris finisce sotto i riflettori del Consiglio regionale. La minoranza, con Pour l’Autonomie e Lega Vda, chiedono spiegazioni sui criteri che hanno portato il Nucleo di valutazione a selezionare il progetto del comune della vallata del Lys fra i cinque presentati. Sullo sfondo delle due interrogazioni restano altri punti interrogativi, che portano il consigliere del Carroccio Erik Lavy a dire: “Su questo bando le brutte figure sono dietro l’angolo. Mi auguro che non ci sia nulla da preoccuparci”.

L’allusione del consigliere della Lega Vda è relativa al fatto che fra i proprietari degli immobili del borgo di Boure de Gris da ristrutturare per realizzare residenze e ricettività diffusa con i fondi Pnrr figurino la sindaca Speranza Girod e l’assessora comunale Antonella Girod. Con loro, così come con gli altri 23 proprietari (fra questi c’è anche la consigliera di Pcp Minelli con la sorella), sono stati già stipulati dei contratti preliminari di concessione in comodato d’uso per dieci anni. Allo stesso modo scritture di comodato per 15 anni sono state sottoscritte con i proprietari  – anche in questo caso nell’elenco si ritrova il nome della sindaca e dell’assessora – di alcuni terreni. Il progetto coinvolge anche altri membri del consiglio comunale di Fontainemore: la consigliera comunale Wanda Favre, che ha manifestato l’interesse a trasferire la sede della propria azienda, ampliandola, all’interno del borgo e l’Assessore Christian Colliard che si dichiara invece intenzionato a convergere con i propri prodotti agricoli nello spazio vendita e ristorante che verrà realizzato all’interno del borgo.
Scelte che oggi la sindaca Speranza Girod spiega non essere definitive. “Siamo ancora prima del progetto di fattibilità” dice “Prima di arrivare all’esecutivo di cose ne possono cambiare.  Avremo due mesi di confronto ora il Ministero, nulla vieta di delocalizzare le attività previste in altri immobili. Se ci saranno dei problemi o dubbi questi verranno rimossi”. La sindaca sgombra il campo sulla prevalenza di interessi privati a scapito di quelli generali. “Abbiamo dovuto fare tutto nel giro di un mese, abbiamo corso. Non c’è nessun interesse da parte degli amministratori, tutto è nato in modo spontaneo e dalla volontà di arrivare con qualcosa di concreto. Certo, avremmo potuto non indicare già gli immobili, ma fare in seguito un’evidenza pubblica, ma volevamo farci vedere pronti a partire. Ripeto, se ci saranno dei dubbi, verranno fatte delle evidenze pubbliche o seguite altre procedure, il tutto in modo sereno e trasparente”.

A contestare le scelte del comune di Fontainemore è  Adu Vda. “In una società in cui il normale cittadino fa un mutuo di 20 anni per ristrutturare casa, non pare giusto un comodato di appena 10 anni, per poi ritrovarsi l’immobile ristrutturato a spese del contribuente”. Nel mirino del movimento finisce però l’Assessore regionale al Turismo Guichardaz, a cui viene chiesto un passo indietro: “In tutta questa vicenda, è mancata una regia politica forte che valutasse quest’occasione di finanziamento, assieme agli enti locali. Il bando di gara regionale è uscito in ritardo e con diverse criticità, come quella della mancata definizione preventiva dei criteri di valutazione”.

Sulla definizione dei criteri di assegnazione l’Assessore Guichardaz in Consiglio regionale ha spiegato come il Ministero abbia delegato alle Regioni la predisposizione delle procedure sulla base di linee guida ministeriali.

“La Giunta ha innanzitutto recepito le Linee di indirizzo sulle modalità attuative dell’intervento “Attrattività dei Borghi”, stabilendo che tali linee costituiscano il punto di riferimento per l’individuazione del progetto valdostano.  – ha spiegato Guichardaz –  La modalità di selezione utilizzata si è svolta sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero e delle prassi condivise da tutte le Regioni in sede di Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.”

La strada seguita dal Governo regionale non convince la minoranza.
“La Regione si è limitata a trasformare la circolare del Ministero in un avviso di interesse senza inserire elementi specifici: è questo che noi contestiamo.  – ha replicato Marco Carrel di Pour l’Autonomie – Noi non abbiamo quantificato il peso di un requisito rispetto ad un altro: vi nascondete dietro la trasparenza e la democrazia per mascherare la mancanza di coraggio politico, e questo non fa del bene a nessuno”. Parole condivise da Lavy “In un’ottica di suggerimento per i prossimi bandi, io credo che la Giunta debba valutare sul piano politico le priorità da affrontare, dando delle motivazioni: un giusto mix tra scelte politiche e tecniche potrebbe portare maggiore cognizione di causa nella selezione dei progetti”.

 

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