“Black Bloc, a Roma episodi assurdi e inamissibili”

Un lettore ci scrive per commentare "gli episodi di inciviltà, irresponsabilità e violenza avvenuti nel corso della manifestazione degli Indignados del 15 ottobre: è stato un brutto esempio di annientamento di tutto ciò che esiste".
I lettori di Aostasera, Politica, Società

Quanto accaduto a Roma nel corso della manifestazione degli Indignados del 15 ottobre è da ritenersi assurdo ed inamissibile. Abbiamo assistito ad episodi di inciviltà, di irresponsabilità e di violenza da parte dei cosiddetti “Black Bloc”.
Già, i Black Bloc o più opportunamente soprannominati dai francesi “Casseurs urbains”, si sono infiltrati nel pacifico corteo dei giovani contestatori con un unico scopo, quello di distruggere, di lasciare tanti segni di devastazione, di annullare qualsiasi simbolo (religioso, istituzionale, politico, finanziario), di violare la tranquillità dei cittadini, colpendo alla cieca chiunque e qualunque cosa.

E’ stato un brutto esempio di sopraffazione della violenza, di annientamento di tutto ciò che esiste, di confusione mentale, di operatività finalizzata a raggiungere solo il caos assoluto! Purtroppo, in contrapposizione a questi progetti distruttivi, non c’è stata nessuna proposta di costruzione di nuovi ideali. C’è stato solo il vuoto!

Ma chi sono i dissenzienti vestiti di nero? Si tratta di giovani spesso senza modelli morali, sia famigliari, sia sociali, sia politici. Giovani spesso arrabbiati perché ingannati da uno Stato che li ha parcheggiati nelle Università, spingendoli anche verso inutili specializzazioni, non richieste dall’attuale mondo del lavoro. Spesso si tratta di giovani che hanno vissuto una vita agiata e dispendiosa, favorita da una politica di spese sostenute solo da debiti, quindi al di sopra delle reali possibilità. Giovani che mal si adattano alle mutate condizioni create dalla crisi economica attuale, perché mancano di occupazione, non essendo disposti ad abbassare le loro pretese, perché i mass-media diffondono modelli di personaggi ricchi, dal successo e dal guadagno facile (reso ipoteticamente possibile a tutti), perché non sono sostenuti da speranze, da progetti futuri, da costante impegno e tenacia. Probabilmente sono stati strumentalizzati da componenti politiche che mirano a destabilizzare il Paese o da chi vorrebbe nel caos completo, trarre vantaggi economici.

L’Italia non merita tutto ciò e soprattutto i “Casseurs” non meritano d’essere mantenuti nelle patrie galere. Dovrebbero essere obbligati a riparare i danni (incominciando dalla cancellazione dei loro graffiti, dal riposizionamento dei sampietrini divelti, dalla pulizia delle strade ecc.). Dovrebbero essere poi costretti a lavori sorvegliati di pubblica utilità, fino alla copertura totale dei danni da loro causati! No quindi alla prigione, si all’obbligo di una firma giornaliera e alla costante presenza sul posto di lavoro che sarà loro imposto.
Vogliamo debellare la violenza nell’ambito dei cortei urbani? Bisogna allora imporre a tutti i partecipanti di manifestare a viso scoperto (senza maschere, sciarpe, fazzoletti, passamontagna, caschi, cappelli con falda). Il percorso della manifestazione dovrebbe poi essere delimitato da barriere, con accessi e uscite sorvegliati da telecamere. L’accesso al percorso dovrebbe essere concesso solo dopo una registrazione di dati personali tratti da un documento legale.

Mettiamo infine un divieto alle dispute politiche irrispettose in televisione, agli spettacoli violenti nel linguaggio e nelle immagini, alla eccessiva pubblicità continuamente offerta alle figure negative della nostra società. Smettiamo anche la parte dei “buonisti” e dei “permissivisti” ad ogni costo: chi sbaglia deve pagare! Un sollecito particolare deve poi essere rivolto alle famiglie, alla Scuola, alla società, perché venga diffuso ed insegnato il grande valore che è alla base di ogni rapporto: il rispetto per le persone, essenziale per migliorare la vita di tutti!

Deve anche essere spiegato a questi “casseurs” che ciò che distruggono, sia pubblico, sia privato, è il risultato dell’impegno e del lavoro e del sacrificio delle generazioni precedenti. Tutto ha avuto un costo ed anche loro hanno il dovere di contribuire alla costruzione e al risanamento di una società attualmente ammalata. Le generazioni future saranno loro grate se lascieranno segni positivi della loro esistenza.

Claudio Omezzoli (Aosta)

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