“Non è pensabile affrontare questo ultimo scorcio della legislatura in un clima di insicurezza e senza avere contezza del disegno complessivo”. Se il Presidente della Regione Renzo Testolin mostra al più un lieve fastidio per la nascita, a suo dire, prematura del cantiere centro autonomista, il Partito Democratico chiede oggi agli alleati di governo chiarezza.
“L’ultimo anno di legislatura si presenta come un anno impegnativo rispetto alle sfide di questa Regione. Il tutto si inserisce in un contesto non semplice, in cui aumenta la povertà, mentre i temi della transizione ecologica e tecnologica, e dello sviluppo economico necessitano di azioni immediate” spiega una nota, ricordando come dopo l’approvazione del Defr, toccherà ora al bilancio regionale. “E’ dunque indispensabile avere chiarezza del quadro politico regionale, alla luce anche delle novità emerse nel corso degli ultimi giorni. Un confronto tra le forze politiche di maggioranza appare opportuno sia per operare nella massima serietà ad un anno dalla conclusione della consiliatura, sia per capire quali prospettive le forze politiche si vogliono dare in vista delle imminenti elezioni regionali e comunali”.
Il vento nel Paese non è mistero che al momento soffi a destra. E in questa legislatura non sono mancati i tentativi da parte dell’Uv di riposizionarsi.
A meno di un anno dalla fine della legislatura, il Pd oltre a ribadire la necessità di riformare la legge elettorale, si dice impegnato a costruire “dal basso, il programma per le prossime elezioni regionali del 2025” e rilancia il modello di un “fronte comune autonomista, riformista e progressista” per l’appuntamento del prossimo autunno, premiato dagli elettori ma poi scioltosi ai primi dissapori.
Dal Presidente Testolin dubbi sui tempi della nascita del cantiere di centro autonomista
28 ottobre 2024
Il cantiere per un centro autonomista con forze che siedono in maggioranza e in minoranza è un’anomalia? “Riguarda la vita della Giunta nel momento in cui si creino delle anomalie”. Risponde così oggi il presidente della Regione Renzo Testolin, a margine della conferenza stampa di Giunta, a chi gli chiede conto dell’ultima novità del panorama politico valdostano: l’iniziativa promossa da Rassemblement Valdotaine, Pour l’Autonomie, Stella Alpina, Renaissance e Evolvendo.
“Al momento nulla è definito. Dal punto di vista politico: io capisco che ci sia la necessità di mettere insieme le forze per programmare le prossime elezioni; penso che stia ai diversi movimenti trovare una giustificazione per “la nascita” di questo movimento, in questo momento e non magari tra qualche mese, come sarebbe stato più confacente e giustificabile dai bisogni di evoluzione che ci sono all’interno di raggruppamenti che dovranno trovare un percorso per le prossime elezioni e comunali e regionali. Penso che questa sia una valutazione che esce dal campo dell’amministrazione tout court, ma che invade il territorio dei movimenti che, così come già programmato, immagino dovranno confrontarsi sul prosieguo”.
Preferisce invece delegare un commento ai propri referenti politici, l’Assessore regionale alla Sanità Carlo Marzi, unico esponente di Stella Alpina in Consiglio Valle.
Il centrodestra sul cantiere per un centro autonomista: “Una presa in giro”
25 ottobre
Il cantiere per la costruzione di un nuovo progetto di centro autonomista non è piaciuto al centrodestra, che in una nota oggi commenta l’iniziativa promossa da Rassemblement Valdotaine, Pour l’Autonomie, Stella Alpina, Renaissance e Evolvendo.
“Un ‘innovativo’ cantiere politico che, anziché ‘operare la necessaria discontinuità con alcune esperienze negative che talvolta hanno caratterizzato la politica valdostana’, altro non fa che promuovere una vera e propria presa in giro nei confronti dei valdostani” scrivono Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Udc.
“Perché delle due l’una: o Rassemblement Valdôtain decide di aderire alla linea politica di Pour l’Autonomie e Stella Alpina, andando così a rimpolpare i numeri della maggioranza regionale, oppure Pour l’Autonomie e Stella Alpina decidono di aderire alla linea politica di Rassemblement Valdôtain, facendo così mancare i numeri all’attuale maggioranza” prosegue la nota. “Non ci sono altre alternative. Troppo facile mantenere il piede in due scarpe, criticando la giunta da un lato e facendone parte con addirittura due assessori dall’altro”.
Il centrodestra si dice aperta al dialogo, “a condizione che venga fatta chiarezza anche perché crediamo che i valdostani, mai come in questo momento, abbiano bisogno di progetti seri, coerenti e credibili e non di cartelli elettorali utili probabilmente soltanto alla rielezione di qualche solito noto, che magari già ambisce a diventare l’ennesimo ago della bilancia di cui la nostra regione non ha certo bisogno”.
Aperto il cantiere per un nuovo progetto autonomista di centro
23 ottobre
Il primo mattone per il nuovo centro valdostano è stato piazzato. Pour l’Autonomie, Rassemblement Valdôtain, La Renaissance valdôtaine, Stella Alpina e Evolvendo hanno aperto il cantiere per dare vita ad un nuovo progetto politico autonomista di centro, liberaldemocratico e riformista. All’orizzonte i prossimi appuntamenti elettorali – le regionali e le comunali 2025 – dove i movimenti, firmatari ieri sera di un documento, contano di arrivare con una nuova proposta comune.
“Nessun nuovo partito e nessuna fusione” spiega Stefano Aggravi. “Ognuno manterrà la propria identità. La forma si costruirà durante il cantiere, che porterà a delle convergenze fra i vari movimenti e associazioni”. Il progetto, aperto ad altre realtà, non avrà contraccolpi diretti in Consiglio regionale, dove alcuni dei movimenti sono su fronti opposti: Pour l’Autonomie e Stella Alpina in maggioranza, Rassemblement in minoranza. “Distinguiamo il piano politico da quello amministrativo”.
Nel documento, sottoscritto ieri sera, si parte dalla “crisi del sistema politico nazionale” e dalle influenze anche in Valle d’Aosta “del clima nazionale” per dire come “la nostra Autonomia ancora oggi rappresenta la via maestra grazie alla quale poter accrescere le possibilità, gli spazi di libertà ed il benessere dei cittadini valdostani”.
L’obiettivo dei promotori del nuovo cantiere politico è di “dare un rinnovato slancio alla nostra Regione per costruire un efficace e creativo modello di autogoverno che sia autorevole interlocutore dello Stato italiano e dell’Europa”, ma anche “assumere decisioni coraggiose e proporre risposte concrete a dossier da tempo in discussione” e “portare fuori dai palazzi la politica e cercare di coinvolgere nuovamente tutti i cittadini valdostani”, in particolare giovani generazioni e donne.
La volontà è di “essere così promotori di una nuova fase costituente aperta e partecipata che possa favorire il rilancio del nostro modello di autogoverno regionale verso una rinnovata Autonomia che tenga conto delle sfide future che ci attendono”.
8 risposte
Il Partito Democratico inizia a sentire puzza di bruciato, temendo alla fine di dover correre da solo alle prossime elezioni. Ed è quello che accadrà. Purtroppo per loro non ci sarà più il cartello elettorale del Progetto Civico Progressista che ci fu nel 2020.
Milanesio, La Torre, Martin e Marco Viérin? E questo sarebbe un progetto nuovo? Si tratta di un progetto da rottamare ancor prima di iniziare! Mamma mia che prese per i fondelli qui in Valle D’Aosta…
Che fffffigura di EMME….
hanno lasciato gli scavatori in giro nella valle
Bella figura da ‘cioccolatino’ che ha fatto Carlo Marzi… Viva la Stella Alpina! Viva il nuovo centro autonomista! Che lo sa che è già scoppiato prima di prendere forma…
Un cantiere che ha come progettista Bruno Milanesio e come direttore dei lavori Leonardo La Torre lascio a voi definirlo… Io lo definisco una schifezza!
Il solito cartello elettorale per cercare di arrivare al quorum e per piazzare alcuni soliti noti in consiglio regionale. Il problema, però, questa volta è che ci sono più eletti uscenti rispetto alle poltrone a disposizione…
I valdostani ne sentivano proprio la mancanza… Dopo la réunion, il grande embrassons nous!