Chantal Certan lascia Alliance Valdôtaine. E lo fa con una lunga lettera in francese, indirizzata al coordinatore, Corrado Cometto, e a tutti i membri del movimento, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. “Penso (e molti lo sanno) che sarebbe stato il momento di continuare a lavorare come ALPE – scrive Certan – come avevamo sempre fatto e come punto di riferimento per i cittadini: sono state fatte altre scelte e ho accettato quello che la maggioranza aveva deciso”.
Insomma, la scelta di “unire le forze” non l’ha mai convinta del tutto. “Ho sempre considerato molto debole il progetto di Alliance, non condiviso con la base della popolazione, ma piuttosto una scelta dei professionisti della politica”, aggiunge Certan. “A mio avviso alle elezioni abbiamo pagato un prezzo molto alto per questa fusione a freddo, decisa per raccogliere numeri, ma senza anima. Bisogna prendere atto del fallimento del progetto di Alliance, nel momento in cui si va al voto con otto consiglieri eletti e se ne esce con due”.
Un allontanamento volontario, quello di Certan, che arriva ad un paio di settimane di distanza dalla mancata rielezione in Consiglio Valle. “Ho investito tante energie per riuscire a far ripartire la scuola valdostana dopo il lockdown dovuto al Covid – ricorda ancora l’assessora all’Istruzione pubblica – e credo che questo fosse il mio compito principale, ma penso che questo grande lavoro non sia stato riconosciuto e sostenuto da Alliance”.
Un’amarezza che ha portato, dunque, ad una scelta inevitabile. “Sono consapevole che si debba rimanere in un gruppo ‘sia quando si è alle stazioni di comando sia quando si è semplici soldati’, ma penso anche che si debba essere convinti e che talvolta sia necessario ‘scendere dalla bicicletta per guardarsi pedalare’, per poter investire ulteriori energie. Sono in questa situazione e quindi mi sto allontanando da Alliance e dall’intera attività politica dell’associazione. La mia decisione non è quindi legata solo alla mia “non rielezione” e alle scelte fatte da qualcuno al momento della composizione della lista (scelta che mi dispiace di aver accettato e di non aver contestato più chiaramente), ma è legata alla scelta di concedermi un momento di distanza per raccogliere le mie idee e il mio percorso”.
Un percorso in cui, negli ultimi anni, ha potuto accorgersi di come siano “emersi molti aspetti negativi della politica e con essi si è consumata una trasformazione (vedi sparizione) dei movimenti e dei partiti politici”. In questi anni “la politica è spesso diventata politica di qualcuno, di leader più o meno riconosciuti”.
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Spero il suo francese sia migliore dell’italiano che maltratta e violenta sempre quando parla, da un assessore all’istruzione ci si aspetterebbe ben altra proprietà di linguaggio o almeno la conoscenza della nostra lingua.
Spero dica pure addio alla pòolitica.