Se Ayas e Arnad in questa tornata elettorale stanno a guardare, negli altri comuni della “Evançon” sono iniziate le grandi manovre per le comunali. Anche qui come altrove, la difficoltà maggiore rimane: trovare persone che abbiano voglia di impegnarsi nell’amministrazione, soprattutto giovani.
A Verrès e Champdepraz i sindaci uscenti puntano al secondo mandato
“Un pensiero sulle regionali l’avevo fatto – ammette Alessandro Giovenzi, sindaco di Verrès – ma credo che il mio compito sia ancora qui. Voglio proseguire il lavoro iniziato cinque anni fa, se mi sarà data la possibilità di portare avanti alcuni progetti importanti per lo sviluppo del paese” spiega il primo cittadino. “Cinque anni sono abbastanza, ma non troppi per vedere i frutti del proprio lavoro”. La squadra sarà in parte quella uscente, ma “con nuovi innesti”.
Fra le fila della minoranza, la capogruppo Sabina Thoux racconta dell’incontro avuto in paese il 12 febbraio scorso per presentare il lavoro compiuto in questi cinque anni. “L’obiettivo era anche capire l’interesse e le prospettive future” spiega. “Abbiamo raccolto la richiesta di dar vita ad una seconda lista, ma ci siamo dati appuntamento a dopo carnevale per capire chi sarà disponibile a mettersi in gioco, a prescindere dai quattro consiglieri uscenti. Io personalmente non ho ancora deciso se mi ricandiderò”.
Anche spostandosi verso il parco del Mont Avic c’è voglia di dare continuità all’azione amministrativa. Anche a Champdepraz, come già a Verrès, difficilmente la lista sarà unica e, quindi, la strada per chi detiene la fusciacca in discesa.
“Ho dato mesi fa la disponibilità a ricandidarmi” racconta il primo cittadino Jury Corradin, che però ha più di un nodo da affrontare. Fra defezioni per motivi di lavoro e salute e con le dimissioni nel novembre scorso di tre assessori (Dennis Brunod, Torquato Erriquez e Viviana Foy), la squadra è tutta da costruire. Il primo cittadino aveva, anche per questo, provato a lanciare un ponte verso la minoranza. “MI hanno chiuso la porta in faccia” ricorda “Non sarà facile né da una parte e né dall’altra fare una lista, perché sono sempre meno le persone, soprattutto i giovani, che hanno voglia di impegnarsi in amministrazione. Si fa fatica a coinvolgerli. Non so quale possa essere la ricetta per farli tornare”.
Consultazioni alle fasi iniziali ad Issogne e Montjovet
“Stiamo avviando le consultazioni fra gli amministratori uscenti per capire” spiega Jean-Christophe Nigra , sindaco di Montjovet “Nel giro di una decina di giorni dovremo avere la situazione chiara. Sono contento della mia esperienza, ma al momento non mi sbilancio a dire se sarò ricandidato a sindaco, dobbiamo prima confrontarci”. Il primo cittadino esclude invece la sua partecipazione alle “regionali”. “Assolutamente no, non me ne frega niente”.
Fra le fila degli indecisi c’è anche Battistino Delchoz a Issogne. “Qualcuno cercherà di fare una lista per la continuità amministrativa. Non abbiamo ancora però chiarito chi farà cosa, stiamo vedendo la composizione della squadra. Se ci sono manifestazioni di interesse da parte di altri a ricoprire il ruolo di sindaco ben vengano. Sarebbe giusto dare un ricambio di persone giovani, ma è un impegno importante in termini di tempo e non tutti possono farlo.” A differenza di Montjovet, lista unica nel 2015, a Issogne la minoranza esiste e sembra che si stia organizzando per offrire al paese un’alternativa.
A Brusson si cambia, al lavoro per il dopo Grosjacques
La sicurezza, a Brusson, è una sola per ora, ed è data dalle “regole del gioco”. Giulio Grosjacques non sarà in corsa per riconfermarsi Sindaco, avendo finito il numero di mandati consecutivi.
Per lui si parla da tempo della candidatura in Consiglio Valle, che egli stesso non rinnega e che sarà difficile si veda negata. Il Primo cittadino in uscita, però, va cauto: “Non è ufficiale – spiega –, e all’interno dell’Union c’è una ‘liturgia’. Io ho dato la mia disponibilità per le Regionali ed ora ci sarà una riunione della sezione di Brusson il cui risultato sarà da vagliare nella Commissione politica del movimento”.
In paese invece qualcosa si muove, anche se poco, e i noi restano ancora un mistero: “In questi giorni avremo una riunione per ragionare sulle comunali, la cui data è stata fissata da poco – prosegue Grosjacques –. Per ora sono state raccolte delle conferme tra gli eletti uscenti e crediamo di poter trovare delle altre disponibilità. Cerchiamo di costruire una lista che dia continuità all’amministrazione. Non escludo possa esserci qualche altra lista, anzi trovo che sia anche democratico”.
Challand-Saint-Anselme conferma Dufour
Piero Dufour lascerebbe invece volentieri la fusciacca di Challand-Saint-Victor, ma il problema sta nel ricambio generazionale. Che non c’è.
“Obtorto collo” il candidato Sindaco sarà ancora lui: “Fino all’anno scorso non ero intenzionato a candidarmi per motivi personali per dare la possibilità a qualche giovane di intraprendere questa esperienza – spiega –. È sempre più difficile trovare gente giovane, soprattutto nei piccoli paesi. Su insistenza della squadra e di tanti incoraggiamenti da parte dei cittadini, ho dato la disponibilità a proseguire, anche perché si è lavorato bene in questi anni nonostante le difficoltà ed ora si potrà vedere la realizzazione di quanto programmato”.
Riconferma al moneto non in discussione, dal momento che si va verso una lista unica, e la riconferma in blocco del gruppo di eletti uscente.
Challand-Saint-Victor, Savin “sul velluto”
A Challand-Saint-Victor Michel Savin ha dato la sua disponibilità per un secondo mandato e riconferma anche il suo gruppo: “Con me ci sarà gran parte della squadra uscente ma anche alcuni nomi nuovi”.
Sul versante di un’eventuale minoranza nulla si muove: “Non so se si candiderà qualcuno – prosegue Savin –, noi sindaci siamo gli ultimi a sapere queste cose”.
Emarèse, lavori in corso
Percorso ancora tutto da costruire, invece, ad Emarèse dove Lucina Grivon, che guida il paese dal 2010, spiega: “Stiamo lavorando alla squadra, e nei prossimi giorni scioglieremo le riserve”.
Riserve anzitutto su lei stessa, che però si aspetta una competizione elettorale vivace: “Nel caso decidessi di dare la mia disponibilità ad un nuovo mandato mi augurerei però per i cittadini che non ci fosse una lista unica. Se ci sono più liste è meglio, e decisamente più democratico”.
(Articolo di Luca Ventrice e Silvia Savoye)