Comuni, una proposta di legge per eliminare l’obbligo dell’esercizio associato

A presentarla sono stati i gruppi di Lega, Mouv' e il consigliere Claudio Restano. La proposta riporta inoltre in capo alle Unités le procedure selettive per il reclutamento del personale.
L'Assemblea Cpel  - Immagine repertorio
Politica

Da un obbligo ad una facoltà, che se esercitata può portare degli incentivi. Arriva una proposta di legge per modificare l’attuale disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Legge da più parti criticata, con diversi comuni che hanno deciso negli ultimi tempi di sciogliere le convenzioni.

Firmatari della proposta sono i gruppi di Lega, Mouv’ e il consigliere Claudio Restano.

Nei dieci articoli si va a togliere ai comuni l’obbligo di svolgere alcune funzioni e/o servizi in forma associata, dando loro la possibilità di “esercitare in forma associata delle funzioni fondamentali”, indicando le forme di associazione possibili. Oltre alle convenzioni, la proposta di legge parla anche di “fusioni” fra comuni.

“Calate dall’alto sarebbe l’ennesimo fallimento” sottolinea Elso Gerandin Di Mouv’. “In Trentino ci sono state delle fusioni e sono state volontarie. Si può prevedere degli incentivi, come il trasferimento di maggiori risorse per gli investimenti”.

La proposta di legge riporta poi in capo alle Unités le procedure selettive per il reclutamento del personale. “I posti nei comuni, pur essendo liberi, non vengono ricoperti ora perché si aspetta la chiamata di Mamma Regione”. Infine si prevede l’istituzione dell’Anagrafe delle forme di gestione associata.

“Questa proposta vuole essere una suggestione al confronto” sottolinea Claudio Restano “Un libro aperto, con alcune pagine bianche” che può essere approvato in poco tempo.

“L’obiettivo è di ridare dignità forte ai comuni  – aggiunge Stefano Aggravi.- e di stabilire il principio dell’intesa e del raccordo con la Regione che prima non c’era”.

 

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