Consiglio Valle, tornano in aula le condanne Casinò
In attesa di conoscere l’esito delle sentenze della Corte Costituzionale (Nda la cui vertenza è stata pagata dai valdostani) e della Cassazione, le procedure di esecuzione immobiliare vanno avanti nei confronti degli amministratori regionali condannati per la ricapitalizzazione della Casa da gioco e che non abbiano ancora provveduto a pagare quanto disposto dalla terza sezione d’appello della Corte dei Conti.
A spiegarlo ieri in Consiglio regionale è stato il Presidente della Regione Erik Lavevaz, interrogato da Mauro Baccega.
Come ricordato dallo stesso consigliere del gruppo misto la maggior parte degli amministratori regionali coinvolti nel procedimento della magistratura contabile ha estinto il credito vantato dalla Regione. Resterebbero invece scoperti solo i tre implicati nel procedimento penale d’appello sui finanziamenti alla Casa da gioco, cioè lo stesso Mauro Baccega, Ego Perron ed Augusto Rollandin – condannati a rifondere 2,4 milioni di euro ognuno – ed un quarto ex consigliere sprovvisto di copertura assicurativa.
In aula Baccega ha portato in particolare “il caso-limite di un ex amministratore regionale che, pur avendo da più di due mesi la capienza sul proprio conto corrente (tuttora sottoposto a sequestro conservativo) utile all’estinzione del credito vantato nei suoi confronti dalla Regione autonoma Valle d’Aosta, nei giorni scorsi ha appreso della prosecuzione della procedura di pignoramento dei propri immobili, con tanto di nomina del curatore designato alla custodia dei beni e del perito incaricato della stima sui medesimi”.
Da qui la richiesta alla Giunta regionale “se ha previsto, in autotutela, di dare disposizioni all’Avvocatura regionale affinché si sospendano le procedure di esecuzione immobiliare nei confronti degli amministratori regionali coinvolti in attesa delle pronunce della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, sospensione che era stata a suo tempo prospettata”.
Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. E così, il Presidente della Regione, pur riconoscendo come la questione sia “delicata e dolorosa”, ricorda al consigliere Baccega l’esigenza di rispettare le procedure previste dalle norme. “La Giunta regionale ha dato mandato a un legale per l’esecuzione della sentenza n. 350/2021 della terza sezione centrale d’appello della Corte dei Conti, quindi di un preciso obbligo di legge: eventuali disposizioni impartite al legale, si porrebbero quindi in conflitto con il mandato conferito. La sospensione dell’esecuzione risulta essere stata oggetto, nell’ambito del giudizio di Cassazione, di specifica istanza da parte degli interessati, della quale, tuttavia, non si conosce l’esito. Per quanto riguarda la procedura esecutiva, la sospensione può essere ovviamente chiesta dal debitore al Giudice dell’esecuzione. L’ordinamento prevede anche la sospensione su istanza del creditore; questa opzione sarà presa in considerazione nel momento in cui, tenendo conto dei tempi della procedura esecutiva e dei tempi per i ricorsi pendenti avanti la Corte di Cassazione e alla Corte Costituzionale, dovessero profilarsi conseguenze irreversibili legate alla vendita degli immobili che possano esporre l’Amministrazione a responsabilità, e quindi qualora si configurino esigenze legate al perseguimento dell’interesse pubblico.”
Parole che non hanno trovato una replica nel consigliere Baccega, che ha sussurrato, forse in imbarazzo, un “prendo atto”.