Consiglio Valle, tutti i “se” di un ipotetico “quarto pacchetto” di misure anticrisi

Mentre si discute il terzo "pacchetto", in aula aleggia l'ipotesi di un ulteriore provvedimento anticrisi. Le risorse sarebbero drenate dagli utili delle partecipate e dal non pagamento allo Stato, per due anni, del contributo di risanamento della finanza pubblica. Ipotesi che, per ora, resta tale.
Consiglio regionale - immagine di archivio
Politica

Mentre gli ordini del giorno presentati in aula scivolano lentamente, un “fantasmasi aggira tra i banchi del Consiglio regionale.

È quello di un ipotetico “Quarto pacchetto di misure anticrisi” – mentre la discussione va avanti in attesa dell’eventuale approvazione del “Terzo” -, la cui esistenza è però tutta da capire.

La questione è stata sollevata a più riprese, sia dalla Presidente del Consiglio Emily Rini, in fase di presentazione degli ordini del giorno da lei presentati, così come dal leghista Stefano Aggravi e da Claudio Restano (Vda Ensemble).

La domanda è: “Esiste questo ‘Quarto pacchetto’”. La risposta, comunque, è “ni”.

Tirato per la giacchetta, il Presidente della Regione Renzo Testolin spiega: “Il possibile quarto provvedimento è stato oggetto di confronto in Commissione e con gli organi tecnici. La possibilità di usare gli utili delle partecipate, ed in particolare Cva, sarà condizionata ad una verifica dei bisogni di coperture sul Bilancio triennale. Stiamo anche attendendo sviluppi della trattativa tra le Regioni a Statuto speciale e lo Stato per il risarcimentodelle mancate entrate sul 2020 e 2021. Abbiamo chiesto il non pagamento per due anni del contributo di risanamento della finanza pubblica, la questione è in intinere. A questo si aggiungono i 3,5 miliardi da assegnare alle Regioni ‘speciali’, con il Governo che ne ha messo sul piatto uno solo. La settimana prossima si potrebbero definire le modalità per rendere le risorse disponibili”.

Chiamato nuovamente in causa, Testolin aggiunge: “Al netto della riduzioni degli introiti da parte dell’Amministrazione regionale – spiega -, è ovvio che era stato ipotizzato un quarto intervento basato sulle entrate di Cva, ma anche con l’utilizzo di una parte delle risorse che lo Stato dovrebbe garantire con il provvedimento di ristoro per le minori entrate”.

Presidente che, poi, vira sulla questione eminentemente politica: “Con le risorse a disposizione si possono fare i provvedimenti, ma poi si viene in Consiglio e si grida allamarchetta’. Se ci sono i fondi per un ulteriore quarto provvedimento lo faremo, ma che poi non venga letto o diffuso come qualcosa deciso da un governo delegittimato che vuole dare qualcosa ad un amico. Prima il bilancio va messo in sicurezza per i suoi prossimi due anni, e questo è lo stato dell’arte. Se poi ci sono 5 o 10 milioni da utilizzare molte cose potranno essere condivise, ma la politica va anche resa più seria”.

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