“La comunità LGBTQIA+ ha bisogno di questa legge, così com’è stata approvata alla Camera dei Deputati, senza nessuna modifica: un qualsiasi suo cambiamento significherebbe dover tornare al vaglio della Camera e, inevitabilmente, comporterebbe un suo definitivo affossamento”. Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA prende carta e penna per sollecitare il voto del senatore valdostano Albert Lanièce a favore del Ddl Zan.
“Ci rivolgiamo a Lei con questa lettera pubblica perché, dopo un quarto di secolo, finalmente è arrivato il momento che aspettavamo: – evidenzia il Direttivo di Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA – ovvero, la discussione in Parlamento sulla proposta di legge Zan, che prevede misure di contrasto alle violenze omobitransfobiche, per l’abilismo e per la misoginia. Dopo essere stato approvato alla Camera dei Deputati, oramai molti mesi fa, la proposta di legge è arrivata nell’Aula del Senato, dove lei rappresenta la nostra Regione“.
L’Associazione ricorda come l’Italia sia “tra gli ultimi paesi europei a non avere una normativa specifica che tuteli le persone dalle violenze causate dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere, dal sesso, dall’abilismo. E questo non è accettabile, anche perché è l’Unione europea stessa a richiederla, da diversi anni. Il ritardo legislativo pesa sulle nostre vite, sul nostro lavoro, sulla nostra sicurezza e sul nostro benessere, costantemente sotto attacco, ogni giorno: l’Italia è, infatti, uno dei paesi europei dove le violenze e le discriminazioni, particolarmente contro la comunità LGBTQIA+, sono più numerose, in costante crescita, e sempre più spietate”.
Per questo Arcigay Vda respinge l’idea di una mediazione sulla legge, ma in realtà “sulle nostre vite, sulla nostra pelle, sulle nostre identità, sulla nostra autodeterminazione. La legge forse non sarà perfetta, inevitabilmente, ma è già vecchia rispetto alla legislazione di altri paesi europei, tra cui la Francia e recentemente la Spagna. Il Ddl Zan non tiene conto delle persone intersex, ad esempio, e di quelle asessuali. Sono limiti che ci scontentano ma sappiamo che non si può più attendere oltre”.
L’appello al senatore valdostano è di “manifestare la sua intenzione, o meno, di votare questa legge, per garantire anche alla nostra comunità LGBTQIA+ valdostana delle tutele e delle protezioni, a rispetto della nostra vita, delle nostre famiglie e del nostro benessere. Perché anche noi siamo cittadini degni di pari diritti, come recita il meraviglioso articolo 3 della nostra Carta costituzionale”.