A differenza dei sindaci, tra cui spiccano i nomi di Giuseppe Sala, Leoluca Orlando e Pierluigi De Magistris, che hanno avviato una vera e propria protesta contro il Governo, Fulvio Centoz, primo cittadino di Aosta, applicherà le norme del Decreto sicurezza, anche chiamato Decreto Salvini, in materia di espulsioni e reimpatri.
“Il Decreto sicurezza non mi piace assolutamente, non lo reputo affatto una soluzione, ma non posso non applicare una legge dello Stato solo perché la ritengo ingiusta” ha spiegato il sindaco di Aosta.
Nessuna negazione delle difficoltà che la nuova legge potrà creare alle persone extracomunitarie che, anche se non necessariamente irregolari, non rispondono perfettamente ai dettami del Decreto. “Sono consapevole anche di come sarà difficile l’organizzazione dei reimpatri, ma non posso allinearmi alle scelte estreme dei sindaci protestatari contro lo Stato, entità amministrativa superiore che io stesso rappresento”
Secondo Centoz la battaglia dei sindaci contro il decreto “è sbagliata è e sarà soprattutto politica”. “L’errore – continua il sindaco – è trattare un problema politico cruciale come la gestione dei flussi migratori come si trattasse di un problema morale, di una scelta etica, di una contrapposizione tra il bene e del male, senza rendersi conto che la politica è chiamata a scegliere tra soluzioni diverse, tutte con i loro pro e contro”.
Su un altro fronte, la riduzione dei flussi sta creando le prime conseguenze anche a livello locale: con la fine dell’anno si sono persi i primi posti di lavoro di operatori dell’accoglienza dei richiedenti asilo. “A fronte di una riduzione del 50% dei posti, non abbiamo potuto rinnovare 4 contratti ad altrettanti operatori e abbiamo riconsegnato ai proprietari un cinque alloggi che affittavamo per l’accoglienza” ha dichiarato Riccardo Jacquemod, presidente della cooperativa La Sorgente.