Divorzio Pcp, nasce il gruppo Federalisti Progressisti Partito Democratico

L'annuncio nel pomeriggio accompagnato dalla diffida alle ex colleghe ad utilizzare denominazione e simbolo di PCP e da un invito a dimettersi dalle relative posizioni acquisite con i voti dell'attuale maggioranza.
Paolo Cretier
Politica

Il divorzio di Progetto Civico Progressista è ora anche sulla carta.  Si chiama Federalisti Progressisti Partito Democratico il gruppo consiliare di cui fanno parte gli ex di Pcp, Paolo Cretier, Andrea Padovani, Antonino Malacrinò, Jean-Pierre Guichardaz e Alberto Bertin. L’annuncio nel pomeriggio di oggi.

“Si pone così fine a una vicenda che ha generato confusione e imbarazzo conseguenti alle scelte politiche di una parte del gruppo costituito dopo le elezioni del 2020 – scrivono in una nota i Consiglieri -. La collocazione del nuovo gruppo sarà nella maggioranza che sostiene il Presidente Lavevaz e contribuirà alla missione politica che ci siamo dati con il programma concordato e alla definizione del tagliando necessario a un anno dalle elezioni regionali.”

Questa mattina il riconfermato capogruppo Cretier (vice Andrea Padovani) aveva annunciato in Commissione consiliare la nascita imminente del nuovo gruppo consiliare. Una notizia che però ha colto di sorpresa Chiara Minelli e Erika Guichardaz.

“Abbiamo avuto un unico incontro interlocutorio giovedì scorso, a cui avrebbe dovuto fare seguito un altro incontro a inizio settimana.  – spiega Minelli – Non abbiamo avuto nessuna comunicazione né io e né Erika Guichardaz, e abbiamo appreso dagli organi di stampa questa mattina della nascita del nuovo gruppo.”.

Minelli spiega, quindi, di voler confrontarsi con la collega e con gli organismi di Pcp per decidere come procedere. La formazione del nuovo gruppo, infatti, non scioglie il nodo su chi potrà continuare a chiamarsi Progetto Civico Progressista. Anzi, annunciando la nascita di Federalisti Progressisti Partito Democratico, Paolo Cretier diffida le ex colleghe dall’uso in seno al consiglio regionale della denominazione e del simbolo di PCP “per il rispetto, che non deve mai venire meno, della storia comune”.

Sull’altro nodo, quello economico, il capogruppo Cretier spiega di ritenere “doveroso restituire all’Amministrazione regionale quanto percepito da PCP”, ovvero i fondi dei gruppi consiliari, che da quanto si apprende non sono stati spesi fino ad oggi.

Infine a Minelli e Guichardaz, “responsabili dell’attuale situazione”, arriva l’invito a dimettersi “dalle relative posizioni acquisite con i voti dell’attuale maggioranza, in modo tale da evitare che la posizione autonomamente assunta possa in qualche modo essere utilizzata con lo scopo di bloccare i regolari lavori del Consiglio regionale.”

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