Elezioni comunali 2020: cercasi candidati disperatamente

Il rischio all'orizzonte è che in alcuni comuni non venga presentata neppure una lista valida. Della questione se ne sta occupando il Dipartimento enti locali della Regione.
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Politica

Cosa succederà il 17 agosto se in uno dei 66 comuni chiamati alle urne non sarà depositata nemmeno una lista valida? A porsi la domanda non è il giornalista, appassionato di fantapolitica, ma sono gli stessi amministratori comunali uscenti, che nei giorni scorsi hanno girato il quesito alle competenti strutture regionali. Stiamo parlando, per fortuna, di pochi casi, fino ad oggi sembra tre in tutto. Piccole realtà dove il sindaco uscente ha terminato i tre mandati a disposizione e dove una alternativa, o comunque una proposta in continuità con l’amministrazione uscente, non si sta palesando.

La disaffezione verso la politica, le responsabilità, anche penali, che la carica di amministratore comunale comporta, la concomitanza di due importanti appuntamenti elettorali, comunali e regionali, il periodo ferragostano in cui le liste vanno chiuse, ma anche l’emergenza Covid, sono gli elementi della tempesta perfetta che si sta abbattendo su molte realtà. Molti comuni stanno incontrando difficoltà a chiudere le squadre, che nella maggior parte dei casi non avranno rivali. Una sfilza di liste uniche, da giorni alle prese con due ordini di problemi: trovare persone disposte a candidarsi e rispettare la rappresentanza di genere, prevista dalla norma regionale. Ad esempio per i comuni fino a 1000 abitanti il numero minimo di candidati in lista è di sette (nove con sindaco e vice), di cui almeno tre devono appartenere all’altro genere. Per comuni fino a 3000 abitanti l’altro genere deve essere rappresentato da un minimo di tre ad un massimo di cinque consiglieri, a seconda del numero di candidati, 4/5 per i comuni fino a 5mila abitanti, 5/6 fino a 15mila abitanti mentre per Aosta si va da un minimo di 7 ad un massimo di 10.

Aspettando il deposito delle liste, fra il 16 e il 17 di agosto, il Dipartimento enti locali della Regione sta svolgendo degli approfondimenti. Sembra infatti esistere un vuoto normativo e non si ricordano casi nel passato in cui un comune non sia stata presentata neppure una lista.
La norma che potrebbe essere presa a riferimento, per analogia, è la legge 4 del 1995 dove all’articolo 60, comma 2, si disciplina il caso in cui una sola lista non riesca ad ottenere un numero di voti validi superiori al cinquanta per cento dei votanti. In questo scenario l’elezione viene dichiarata nulla e il presidente della Regione, con proprio decreto, fissa la data delle nuove elezioni, che devono svolgersi entro 60 giorni, e nomina un commissario.
Una eventualità, quella descritta dalla norma, non proprio remota, se pensiamo alla già sopraccitata disaffezione verso la politica e al sempre più numeroso partito dell’astensionismo.
In entrambi i casi – assenza di voti validi superiori al 50% e mancata presentazione di una lista – il problema si porrà il 22 settembre. Solo allora si saprà se i “commissari” valdostani resteranno quelli dello “sciolto” consiglio comunale di Saint-Pierre e quello che entro venerdì verrà nominato per Courmayeur.

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