Elezioni politiche 2022: il PCI chiude con una serata tra la gente

Il partito ha voluto incontrare la popolazione oggi, venerdì 23 settembre, per ricordare e ribadire i punti fondamentali del suo programma.
Da sinistra Francesco Statti, Guglielmo Leray e Fabrizio Spadini
Politica

Davide Ianni e Guglielmo Leray sono pronti a fare fronte comune per il loro “Partito comunista italiano”, per i quali l’operatore della polizia locale cinquantaquattrenne e l’ingegnere informatico e imprenditore trentunenne sono candidati rispettivamente per la Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Dopo la presentazione dei programmi dello scorso sabato 10 settembre, ad Aymavilles, nella serata di oggi, venerdì 23 settembre, i membri della lista hanno voluto incontrare informalmente la popolazione in vista della chiusura della campagna elettorale aostana nella centralissima Place des Franchises.

“Più stato, meno mercato”

Seguendo con fedeltà e fiducia lo slogan che fa da cornice a tutto il loro programma elettorale, Ianni e Leray hanno voluto rimarcare la necessità di un decentramento di multinazionali e interessi finanziari internazionali in favore di una centralizzazione del solo cittadino.

“Vi è necessità di una regia statale che fissi obiettivi e strategie su questioni imprescindibili quali trasporti, energia e acqua fissando regole e regalando la meritata dignità a una società oramai inchinata al privatismo nel solo nome di sacra maestà il denaro – spiega Leray -. Lotteremo affinché lo “Statuto dei lavoratori” venga preservato e affinché invece il “Job’s act” venga abolito al fine di contrastare la precarietàripristinare l’articolo 18 e moltiplicare di conseguenza i contratti a tempo indeterminato per dare ai ragazzi un futuro più certo”.

Da sinistra Francesco Statti, Guglielmo Leray e Fabrizio Spadini
Da sinistra Francesco Statti, Guglielmo Leray e Fabrizio Spadini

“Adoperarsi per la pace”

Nell’idea del PCI l’Italia, prima nazione che potrebbe dimostrare di avere il coraggio di richiedere un’indipendenza dall’assoggettamento a interessi stranieri nati in seno a una alleanza atlantica, potrebbe condurre altre nazioni alla presa di coscienza di quanto tali meccanismi agiscano nel solo interesse statunitense.

“La linea di azione che il Paese sta seguendo è attualmente dettata dagli Stati Uniti, come dimostrano le decine di costose basi militari stanziate sul nostro territorio nonché il costante invio di armi all’Ucraina che non soltanto manca di coscienza ma non risulta consentito nemmeno dall’articolo 11 della nostra Costituzione – prosegue Leray, sottolineando la necessità di avviare quanto prima un negoziato internazionale volto a procacciare la pace e a scongiurare il rischio di incappare in una escalation drammatica ingestibile -. Le spese militari dello Stato si aggirano attorno ai cento milioni di euro giornalieri, una cifra che rappresenta circa il 2% del PIL e che dovrebbe essere investa nella costruzione di ospedali, nella creazione di posti di lavoro per i giovani o nel supporto ai loro percorsi di studio”.

Volantinaggio in piazza
Volantinaggio in piazza

“Frenare l’egoismo”

Punti importanti del programma elettorale del PCI sono anche la cancellazione della cosiddetta “Flat tax” e la conseguente progressione del carico fiscale che impone tassazioni calibrate sulla base del patrimonio fiscale del singolo oltre che l’eliminazione del numero chiuso all’interno delle facoltà del settore sanitario volta a fare fronte alla sempre più grave carenza di personale.

“Siamo convinti che non vi possa essere politica senza economia e che soltanto perseguendo l’interesse generale sia possibile frenare l’egoismo a favore di quella solidarietà e di quella sostenibilità ottenibili soltanto attraverso una sana dose di socialismo che abbatta gli sterili individualismi e risollevi quel collaborazionismo che solo ci permetterà di superare le sfide del futuro e di venire incontro alle esigenze delle nuove generazioni – conclude Leray -. Abbiamo lavorato molto nel corso di questo mese, in una continua corsa a ostacoli in salita nella quale ognuno ha fatto la sua parte nel riportare in Valle d’Aosta un simbolo di partito assente dal 1983”.

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