Elezioni regionali, addio alle tre preferenze

Le modifiche approvate -  33 favorevoli e un contrario (Pulz) - non intervengono sulla governabilità, su cui la commissione non si è ancora confrontata, ma solo sulla segretezza del voto, ritenuta “un’emergenza”.
elezioni - Immagine di archivio
Politica

Preferenza unica, aumento al 35% del numero di donne presenti in lista e la conferma dello spoglio centralizzato, che però da quattro poli passa a otto (uno nel Comune di Aosta e uno in ognuna delle Unités, con Mont-Rose e Walser unite in un unico Polo).

Il Consiglio regionale mette un primo mattoncino sulla riforma della legge elettorale.
Le modifiche approvate –  33 favorevoli e un contrario (Pulz) – non intervengono sulla governabilità, su cui la commissione non si è ancora confrontata, ma solo sulla segretezza del voto, ritenuta “un’emergenza”.

L’urgenza-emergenza non è però quella di tornare a breve alle urne. Anche chi invoca nuove elezioni rammenta, infatti, l’impossibilità di farlo con questa legge che non garantisce la governabilità.

L’articolato approvato oggi è la sintesi fra le proposte di legge presentate nel luglio 2018 dalla Presidente Emily Rini, che prevedeva il mantenimento dello scrutinio centralizzato dei voti, e dai Consiglieri Alberto Bertin e Luciano Mossa che introduceva la preferenza unica e il riequilibrio della rappresentanza di genere. Un parto lungo e travagliato durato sette mesi.

Oltre alla preferenza unica e alla conferma dello spoglio centralizzato, si va a modificare il numero di firme necessarie per presentare una lista: da 900 a 1.400. Quest’ultime potranno essere certificate, non solo dai notai, ma anche da giudice di pace, cancelliere e collaboratore della cancelleria del Tribunale ordinario, segretario della Procura della Repubblica, sindaco, assessore comunale, presidente di consiglio comunale, segretario comunale, funzionario incaricato dal sindaco e consigliere comunale che comunichi la propria disponibilità al sindaco.. Ciascuna lista dovrà poi avere almeno 21 candidati.

Cassato l’emendamento sulla doppia preferenza di genere proposto da Adu Vda e da Rete Civica e su cui si è aperta un’ampia discussione. A seguito della bocciatura la consigliera Daria Pulz ha annunciato il suo voto contrario alla proposta di legge.
“Siamo in emergenza democratica, la lotta per la giusta rappresentanza femminile non può essere sacrificata per nessuna emergenza, neppure quella dell’ndrangheta” ha detto in aula la consigliera di Adu.
Ad opporsi alla preferenza di genere Nicoletta Spelgatti della Lega Vda: “Le scorciatoie sono discriminanti nei confronti delle donne” ha detto “Bisogna aspettare che i tempi siano maturi”.
Bocciata anche la proposta di Adu e Rete Civica di abbassare l’età da 21 a 18 per essere eletto in Consiglio regionale.

Passa invece l’emendamento di Mouv’ che introduce un limite di tre mandati consecutivi per la carica di consigliere regionale. E’ consentito un quarto mandato consecutivo, se uno dei tre precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno.

Nel dibattito tutti concordi nel dire che la proposta approvata non risolve tutti i problemi.

“Questa legge non è la panacea di tutti i mali” Stefano Ferrero di Mouv’. “E’ un intervento minimo per rompere con quanto visto in questi anni, con le cordate che fanno arrivare in Consiglio alcune persone che devono la propria elezione ad altri” Alberto Bertin di Rete Civica. “Abbiamo aperto un cantiere” Pierluigi Marquis di Stella Alpina. “Non sarà un intervento risolutivo, ma è comunque un passo avanti” Patrizia Morelli di Alpe. “Ha il carattere dell’urgenza ma anche dell’efficacia” Jean-Claude Daudry di Uvp. “Non è la conclusione di un percorso, ma l’inizio di un confronto serio” Claudio Restano del Gruppo Misto. “E’ comunque un forte segnale alla popolazione, prima dell’atteso ritorno alle urne” Luciano Mossa del M5S. “L’impegno è ora di andare verso il voto elettronico” Augusto Rollandin Uv.

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