“Se le dichiarazioni del governo non si concretizzassero o subissero una lenta morte nelle commissioni parlamentari, e alla luce del parere del costituzionalista Giovanni Guzzetta che dichiarava incostituzionale la mancata rappresentanza della Valle d’Aosta in Europa, ci dichiariamo pronti, assieme ai nostri rappresentanti, a fare ricorso alla Corte Costituzionale per denunciare l’impossibilità di essere rappresentati al Parlamento europeo”. Lo scrive in una nota l’Union Valdôtaine, prendendo atto “della disponibilità del governo italiano ad intavolare un dialogo istituzionale e paritario” sulla possibilità di eleggere un eurodeputato valdostano. Ieri il deputato dell’Uv, Franco Manes, aveva interrogato la premier sulle intenzioni del governo per garantire un’equa rappresentanza della Valle d’Aosta al Parlamento europeo che al momento si scontra con lo scoglio delle 50.000 preferenze necessarie per eleggere un europarlamentare. Oggi il deputato Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha depositato una proposta di legge per abbassare a 25.000 il numero dei voti necessari.
Nella nota, l’Union Valdôtaine ricorda che Manes “aveva depositato il 24 maggio 2023 una proposta di legge alla Camera dei deputati che mirava alla riduzione a 25.000 voti per eleggere un rappresentante della Valle d’Aosta al Parlamento europeo” e “una proposta di legge per la creazione di una circoscrizione da un deputato per la Valle d’Aosta nel contesto delle elezioni europee”. Il partito “si impegna a seguire questo importante dossier, con la certezza che il deputato Manes continuerà a lavorarci con la stessa attenzione finora dimostrata, affinché non diventi lettera morta. La considerazione data a questa tematica rimane molto alta, e l’Union Valdôtaine, attraverso i propri rappresentanti, mantiene la disponibilità al dialogo istituzionale per permettere ai valdostani di ottenere la rappresentanza al Parlamento europeo che gli spetta”.
Un Eurodeputato valdostano? Fratelli d’Italia deposita una proposta di legge alla Camera
È stata depositata in queste ore dall’onorevole Alessandro Urzì – capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione affari costituzionali della Camera – la Proposta di legge per abbassare da 50.000 a 25.000 le preferenze per eleggere un parlamentare europeo in Valle d’Aosta.
Ad annunciarlo, in una nota, lo stesso Urzì che spiega: “Le parole della premier ieri alla Camera dei deputati sono state chiarissime nel rilevare questa funzione di tutela e sostegno da parte del governo e FdI verso l’autonomia”, dopo la riposta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ad un’interrogazione del parlamentare valdostano Franco Manes che “poneva il tema dell’avvio di una riflessione sulla modifica della legge elettorale per le Europee per dare l’opportunità anche alla Valle d’Aosta di ottenere un deputato espressione del territorio con clausole di garanzia per superare i limiti posti dalla soglia del 4 per cento nazionale che evidentemente un territorio di minoranze non può raggiungere”.
Parole di Meloni che, dice Urzì, “si sono tradotte in una Proposta di legge a mia prima firma depositata in queste ore per abbassare da 50.000 a 25.000 le preferenze utili per potere fare rientrare i candidati delle minoranze linguistiche (i candidati valdostani) fra quelli a cui sia possibile applicare quanto disposto dalla legge 18/1979 che sinora ha permesso l’elezione per esempio di un deputato dell’Alto Adige superando il vincolo della soglia del 4 per cento”.
“Ora – aggiunge il capogruppo di Fratelli d’Italia – si potrà aprire un fronte di discussione anche parlamentare, e FdI rilancia il suo ruolo di migliore trait d’union fra Aosta e Roma, nell’interesse delle istanze del territorio in un dialogo costruttivo nell’interesse del territorio con tutte le articolazioni politiche autonomiste e ovviamente gli alleati con cui governiamo il Paese”.
“È ormai un cambio di paradigma assoluto che non può non sfuggire ai valdostani – chiude Urzì –: l’autonomia è tanto più forte e patrimonio di tutti perché garantita dal governo a guida Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia”.
Equa rappresentanza della Valle d’Aosta nel Parlamento europeo, Meloni: “Pronti a dare una mano”
14 maggio 2025

“La materia va affrontata in Parlamento, che è la sede storicamente più opportuna per modificare la legge elettorale” ma “siamo pronti a dare una mano, se necessario”. Così la premier Giorgia Meloni ha risposto alla Camera al question time proposto dal deputato valdostano Franco Manes con cui chiedeva quali iniziative il governo intendesse promuovere per garantire, alle prossime elezioni europee del 2029, un’equa rappresentanza per la Valle d’Aosta, nel rispetto delle tutele previste per le minoranze linguistiche.
Per Manes, il limite delle 50.000 preferenze per eleggere un eurodeputato valdostano “è totalmente illogico se rapportato a una minoranza linguistica di circa 102.000 elettori. Un tale requisito rende di fatto impossibile l’elezione di un rappresentante valdostano, violando il principio di eguaglianza sostanziale previsto dall’articolo 3 della Costituzione. È una questione di coerenza costituzionale, non di appartenenza politica”.
Il deputato ricorda come la Valle d’Aosta non sia mai riuscita, se non per subentro, a eleggere un eurodeputato: “Dal 1979 la nostra comunità non ha mai avuto accesso diretto al Parlamento europeo. Servono soluzioni concrete: dalla riduzione della soglia di preferenze, all’abolizione del 4%, fino alla creazione di una circoscrizione uninominale per la nostra regione, misura compatibile con il diritto europeo”. E aggiunge: “Le parole della presidente Meloni sono un buon punto di partenza. Ora è opportuno concretizzare la disponibilità emersa. Alla Camera dei deputati ci sono tre disegni di legge depositati e uno al Senato. La Valle d’Aosta non chiede privilegi, chiede equità. Un seggio europeo non è un favore: è il riconoscimento di un diritto e di una storia che meritano di essere rappresentati anche in Europa”.
Sulla questione interviene anche Fratelli d’Italia Valle d’Aosta. “Siamo lieti di constatare che tale posizione di Giorgia Meloni sia in linea con le valutazioni che le forze politiche locali del centrodestra – scrive il partito in una nota -, a cui è stato chiesto di esprimere un parere sull’argomento specifico in vista del question time di oggi, hanno espresso sul tema”. E prosegue: “Nel ritenere effettivamente la soglia attuale prevista dalla legge, pari a 50.000 voti, un numero pressoché impossibile da raggiungere per fare eleggere un parlamentare europeo valdostano, abbiamo ritenuto di proporre la valutazione, ove tecnicamente possibile, di un meccanismo di ricalcolo che stabilisca un quorum basato su un più corretto rapporto tra popolazioni aventi lo stesso problema, come quelle slovene del Friuli Venezia Giulia e quelle effettivamente dichiarate delle minoranze linguistiche del Trentino Alto Adige”.
Per Fdi, si tratta di “un’attenzione finora mai data sul tema dai governi di sinistra che si sono succeduti nel tempo e che il governo Meloni ha invece oggi dimostrato di esprimere in sintonia con i partiti che sul territorio lo rappresentano”:
7 risposte
La realtà è diversa e ben più imbarazzante: la totalità dell’attuale classe politica regionale valdostana, per potere contare qualcosa, ha la necessità di giocare in casa propria, con regole del gioco create su misura. Per questo il turista per caso in quel di Roma, Franco Manes, chiede a gran voce l’istituzione di un collegio unico tutto valdostano per le elezioni europee. Ed è per questo che all’attuale classe politica valdostana non piacerà mai nemmeno la proposta di riforma tendente ad abbassare il quorum da 50.000 a 25.000 firme. Semplicemente perché nemmeno la soglia di 25.000 preferenze risulterà congrua per chi, come l’Union, in questa legislatura ha dettato legge in lungo e in largo nonostante nel 2020 avesse raccolto il 15% dei voti dei valdostani.
Una riflessione: a questa Regione manca tanto Augusto Rollandin.
Che è stato l’artefice della situazione in cui versa la classe politica valdostana…
@balafre: non credo proprio e basterebbe scendere a Roma e chiedere per rendersene conto. La classe politica regionale attuale si è resa ridicola da sola perché tutti si sentono dei novelli Rollandin senza però avere né le capacità né il carisma di Rollandin. È tutta qui la questione.
Ne vorrei anche uno all ONU
Manca solo farci ridere dietro anche in Europa, dopo i due turisti politici che abbiamo mandato a Roma…
penoso
Ridicolo