Al tavolo di confronto con lo Stato, avviato ieri a Roma per dirimere le questioni finanziarie, non erano presenti i parlamentari valdostani. Una scelta abbastanza irrituale sulla quale però il senatore valdostano Albert Lanièce, audito questa mattina in I Commissione consiliare, non ha voluto far polemica.
"Il coinvolgimento dei parlamentari è una scelta dei presidenti della Regione" spiega all'uscita. "Se si dovesse poi tenere in considerazione che siamo in Parlamento e quindi è importante la nostra presenza, noi saremo lì, io sarò lì".
Che i rapporti fra il senatore e la Presidente della Regione non siano idilliaci è cosa nota. Nelle scorse settimane Spelgatti ha manifestato insofferenza per l'iniziativa presentata da Lanièce sul parlamentare europeo, lamentando una mancanza di coordinamento.
"Mi sembra strano criticare l'operato di un parlamentare, soprattutto in questo caso quando bisognava intanto presentare un argomento concreto su cui discutere" ricorda oggi Lanièce. "Era un disegno di legge che avevo intenzione di ripresentare ad inizio legislatura, quindi, ancora prima che ci fosse questo governo. Ho portato alcune modifiche e l'ho ripresentato. Serve un'azione rapida e ci vuole, se vogliamo raggiungere il risultato, unanimità di intenti fra tutte le forze politiche".
L'audizione – nel pomeriggio toccherà alla Presidente della Regione e alla deputata Tripodi recarsi in I Commissione – è stata l'occasione per tracciare il lavoro del senatore e fare il punto sulle questioni aperte, in primis quella finanziaria. Su quest'ultima solo ieri Spelgatti si diceva fiduciosa di arrivare in tempi brevi ad una soluzione.
"La questione se non fosse stata complessa sarebbe già stata risolta" sottolinea oggi Lanièce "La complessità sta nel criterio Siope di compartecipazione allo Stato. Per modificarlo serve il concerto delle regioni a Statuto speciale però questo è stato il punto debole perché alcune regioni, avvantaggiate da questo sistema di calcolo, non si sono più mosse da lì. Noi siamo invece fra le regioni svantaggiate". Altro nodo da sciogliere, i 140 milioni di euro chiesti dallo Stato, in contrasto con una sentenza della Consulta. "Risolti questi contenziosi, che non sono banali, sbloccheranno di nuovo il flusso di risorse dallo Stato alla Regione".