Un ventaglio di nomi per il possibile candidato alla prossima tornata di elezioni europee da parte del fronte autonomista circola da almeno una settimana: ci sono il sindaco unionista di Vèrres Alessandro Giovenzi, il consigliere comunale di Alpe a Saint-Christophe Marco Gheller e – al momento con meno chances – l’albergatore di Aosta Alessandro Cavaliere. Anche la forma con cui presentarsi sembra definita: un apparentamento con il Partito democratico che, a detta del presidente Uv Erik Lavevaz, permetterebbe “una certa autonomia del nostro programma”, pur nella vicinanza con il partito nazionale riguardo a temi come l’adesione ai valori europeisti e il contrasto ai populismi.
Tuttavia, come ha raccontato ieri sera il presidente del Mouvement di fronte al parlamentino unionista del conseil fédéral, “il Pd ha portato all’attenzione le sue richieste per accettare l’apparentamento e su queste stiamo ancora dibattendo”. Il partito infatti avrebbe chiesto “di iniziare un percorso che va un po’ oltre, ovvero che guardi alle prossime elezioni amministrative”. Insomma: ok al listino autonomista che corre a fianco della lista Dem, ma in cambio si rinnova l’alleanza per le prossime comunali. L’impegno per l’Uv sembra però troppo gravoso: “Dobbiamo ben valutare – commenta il presidente rossonero – e non dobbiamo già legarci a dei passaggi per il futuro”.
Una frase di Lavevaz fa però intendere che non sia solo il suo partito a frenare sulla possibilità di un’alleanza organica con i democratici: “Se manca una parte della coalizione autonomista – ha infatti detto – è impossibile andare avanti”. Buona parte dei consiglieri regionali di Alpe e Uvp, infatti, sembrerebbero tentati dal cercare un’intesa con la Lega ad Aosta per il 2020: ipotesi sulla quale l’Uv, memore anche del veto posto su di essa dopo le scorse elezioni regionali dal Carroccio al momento di formare una maggioranza, è invece più restia.
Se dunque le posizioni sugli scenari futuri di Uv, Alpe e Uvp – ai quali si aggiungono Stella Alpina, Epav e il comitato Autonomia 4.0 coordinato dal notaio Giampaolo Marcoz – sono piuttosto variegate, queste entrano in diretto conflitto se si parla degli ultimi tatticismi avvenuti in Consiglio Valle. Al Mouvement, infatti, non è andato giù il balzo in avanti del Galletto e del Leone dorato, i cui eletti hanno formato un gruppo unico di sette consiglieri: uno in più, notare, di quelli unionisti.
Lavevaz ha proposto senza mezzi termini di “non cadere nelle provocazioni”, ribadendo la scelta del suo partito di lavorare per una federazione tra autonomisti, ma ricordando che “l’Union non ha nessuna intenzione di mettere in discussione il suo simbolo e la sua storia settantennale”. Anche in questo caso, dunque, la frenata, pur nelle sfumature, appare evidente. Se qualche settimana fa si parlava di una federazione tra le sigle regionaliste per dare forza alla campagna per le elezioni europee, ora infatti l’asse del causa-effetto sembra già slittare: “Facciamo assieme un percorso per le europee – afferma il presidente Uv – e usiamolo per lanciare questo processo di federazione dei movimenti”.