Applausi, incoraggiamenti. Così ieri, di fronte al Tribunale di Aosta, prima che iniziasse l’udienza del processo Geenna, era stato accolti da amici e parenti il consigliere regionale sospeso Marco Sorbara, attualmente ai domiciliari.
Nel gruppo di persone era presente anche il consigliere comunale di Aosta di minoranza Vincenzo Caminiti, finito per questo nel mirino delle critiche piovute anzitutto da Vallée d’Aoste Unie, lista nella quale è candidato per le Regionali 2020.
Presenza “mal digerita” – come mette nero su bianco su Facebook la lista stessa – composta da Mouv’ e Valle d’Aoste Ensemble che “ritiene del tutto inopportuna la manifestazione di solidarietà ad alcuni imputati del processo Geenna svoltasi stamani davanti al Tribunale di Aosta. Sarà lo stesso candidato Vincenzo Caminiti a spiegare le ragioni di carattere personale che lo hanno spinto ad essere presente. Scelta che non condividiamo. Ribadiamo peraltro in questa situazione, in attesa degli esiti processuali che spettano ai magistrati, la nostra ferma condanna verso ogni forma di criminalità organizzata e in particolare indignano le gravi infiltrazioni della ‘ndrangheta, così come ogni complicità o omertà con il malaffare”.
Social che vai, la situazione cambia di poco. Su Twitter infatti è l’ex Presidente della Regione Luciano Caveri – anch’egli candidato alle Regionali in VdA Unie –, a “cinguettare” che “applaudire degli imputati in attesa di giudizio sotto un Tribunale è sbagliato e pure come scelta difensiva è nefasta”.
Anche Caminiti si affida ai social per spiegarsi: “Volevo scrivere le mie proposte e i miei progetti sul sociale ma lo farò prossimamente. Intanto mi spiace che i colleghi candidati della lista VdA Unie per una mia scelta personale si siano sentiti coinvolti e me ne scuso. Più che legittimo il comunicato che sottolinea con forza la lotta contro tutte le mafie e la criminalità organizzata, sono totalmente d’accordo e dirò di più, non essendo un uomo di chiacchiere (come purtroppo molti) ma piuttosto concreto (come purtroppo pochi), l’istituto dell’Osservatorio per la legalità e la lotta alla criminalità organizzata del comune di Aosta è nato da una mia iniziativa e in seguito sviluppato e approvato dall’intero consiglio comunale”.
Poi, Caminiti entra nel merito della vicenda: “Io rispetto il lavoro delle forze dell’ordine, della magistratura e degli avvocati, rispetto le sentenze e soprattutto non condanno nessuno prima che le stesse non siano pronunciate. Su Marco, da quando è iniziata questa brutta storia, ho tenuto sempre una posizione chiara trasparente e pubblica. Certo le mafie sono una montagna di merda, ma qui parliamo di solidarietà umana, soprattutto di genitori, parenti e amici, che proprio per la condizione giudiziaria di Marco, può avvenire solo davanti al tribunale nei giorni delle udienze. Il nome di Marco e gli applausi erano fuori luogo? Probabilmente sì, forse qualcuno si è fatto prendere dall’emozione avendo visto Marco completamente distrutto dalla sua triste situazione, ma sicuramente tutto ciò era a sostegno di Marco e non contro qualcuno. Se invece (ma non credo) qualcuno lo avesse fatto per altri motivi io sicuramente disapprovo e ne prendo le distanze”.
Tra i presenti anche Massimo Pica, in lista con Vdalibra/Partito Animalista Italiano
Sotto il post di Caminiti, interviene Massimo Pica, anch’egli in lista con le Regionali ma con Vdalibra/Partito Animalista Italiano che rivendica la sua presenza in via Ollietti: “Al di là del fatto che a livello umano/emozionale condivido in pieno ciò che scrivi e ti ammiro per le tue scelte coraggiose nette e limpide, come tu ben sai, ieri c’ero anch’io lì ad aspettare Marco. E devo dire che è stato davvero toccante ed indimenticabile rivedere gli occhi di Marco e di mamma Iole È davvero straziante che il giudizio di molti prevalga sulla solidarietà e soprattutto sui sentimenti”.
Pica che aggiunge: “Come spesso accade finché una malattia, un lutto o una disgrazia non capita proprio direttamente personalmente è molto più semplice puntare il dito verso gli altri che provare ad immedesimarsi nel ruolo di malato/a, vedovo/a o imputato/a (non condannato/a). Inviterei coloro che così non la pensano a venire anche solo una volta e anche solo un minuto a capire quale possa essere il dolore di una mamma, oramai allo strenuo delle forze, a sentire e vedere quotidianamente un figlio in casa agli arresti domiciliari per 600 giorni“.
Parole che non sono piaciute alla lista Vdalibra/Partito Animalista Italiano, che risponde per le rime con una nota di Stefano Ferrero dai toni aspri: “Le inqualificabili dichiarazioni rilasciate dal candidato Massimo Pica riempiono di amarezza e di sdegno tutti i candidati della lista di Vdalibra che si sono battuti con impegno in questi anni contro malaffare e criminalità ”ndranghetista’. È inaccettabile che il candidato abbia speso pubblicamente il nome del partito per affermazioni di ‘solidarietà’ a personaggi coinvolti in vicende di mafia. Grottesco è poi il fatto che il candidato stesso si sia stupito di non essere stato citato dalla stampa per la sua presenza al passaggio degli imputati come se ciò rappresentasse motivo di vanto e non di vergogna”.
Sdegno che si trasforma in provvedimento concreto: “La lista Vdalibra, a partire da questo momento, ritiene pertanto, all’unanimità, il candidato in questione definitivamente ed irrevocabilmente al di fuori del progetto politico della lista medesima che basa la sua azione sul rispetto assoluto della legalità. Tecnicamente non è più possibile legittimamente procedere alla sua esclusione formale dalla lista medesima. Rinnoviamo e ‘applaudiamo’ la Magistratura e gli inquirenti per il lavoro silenzioso e tenace che in questi anni, con ripetute azioni di denuncia, ci ha visto costantemente al loro fianco. Su queste vicende da noi chi sbaglia paga, senza sconti o sotterfugi lessicali/politici”.
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Non mi stupisco…i voti presi da sorbara andranno a qulcun altro…magari caminiti….dobbiamo andare tutti a votare altrimenti questi fanno salire chi vogliono loro…
Scene imbarazzanti e vergognose….
Sceneggiate di questo genere sono all’ordine del giorno a Palmi o a Reggio Calabria quando i padrini vogliono mandare un segnale forte alle forze dell’ordine e alla cittadinanza.
In genere mandano avanti donne e bambini.
In questo caso si tratta dei vari amici e parenti con debiti di riconoscenza (elezioni, favori, assunzioni, contributi…).
Ormai Aosta e’ parte di questo ambiente.
Semplicemente vergognoso, personaggi candidati a rappresentarci in consiglio
regionale.