Governo regionale, i commenti politici sulla nuova crisi
“L’ennesimo spettacolo indegno della classe dirigente valdostana”. Dopo Fratelli d’Italia e Rinascimento Vda, arriva anche il commento di Adu agli ultimi avvenimenti di piazza Deffeyes. “Durante il Consiglio regionale di questa mattina, l’armata Brancaleone che siede in aula si è accorta all’improvviso di avere qualche problemino di maggioranza. Succede dopo un anno abbondante dall’inizio della crisi, grazie al cambio di casacca di Marquis, dopo che per tutti questi mesi le uniche due Consigliere che hanno mantenuto quanto annunciato in campagna elettorale sono state costantemente utilizzate come capri espiatori”.
Nel mirino del movimento finisce però anche la minoranza, accusa di ritirare le iniziative depositate per l’adunanza odierna per togliersi “dall’imbarazzo di contestare la maggioranza che a breve li potrebbe vedere partecipi”. Per Adu si conferma, quindi, come “i ritardi nelle iniziative, che tanto servirebbero ai cittadini, sono causati dall’inettitudine e dai giochi di palazzo, che oramai occupano a tempo pieno gli eletti”.
Rinascimento Vda: “Tradita la volontà degli elettori”
“La fedeltà alla volontà degli elettori è messa per l’ennesima volta in discussione. Una volta entrati in palazzo e seduti nell’Assemblea più alta della nostra regione i consiglieri eletti sembrano essere liberi di cambiare la loro posizione e i loro progetti senza vergogna”. Rinascimento Valle d’Aosta commenta così la nuova crisi che mina i difficili equilibri del governo regionale. “Il fatto di cambiare idea e gruppi di appartenenza è assolutamente lecito” scrive ancora il movimento “non il tradire la volontà dell’elettore. Una volta eletti, se si cambia idea, dal nostro punto di vista è giusto andarsene e non alimentare giochi di potere finalizzati non a portare avanti un progetto promosso dal voto dalla popolazione, ma solo giochi di potere che sanno di interessi di parte e personali addirittura”.
Per Rinascimento Valle d’Aosta “urge una riforma della legge elettorale e di tutto il sistema. Chi oggi è in Palazzo questa riforma sembra non gradirla e lo capiamo! Perché lo stato dei fatti permette ad ogni consigliere di avere un peso di gran lunga più importante di quello che realmente spetta al suo ruolo e ci permettiamo di aggiungere che offre ad ogni consigliere un potere “ricattatorio” dal nostro punto di vista eticamente non corretto”.
Fratelli d’Italia Vda: “Una bieca rincorsa al potere”
“L’ennesimo cambio di casacca a soli 18 mesi dalle ultime elezioni che ha riportato a 18 il numero dei componenti dell’attuale maggioranza è il solo tema su cui i 35 sono concentrati in una bieca rincorsa al potere personale”. A dirlo è Fratelli d’Italia Valle d’Aosta ricordando come l’ennesima crisi di palazzo arriva mentre “gli effetti legati agli strascichi della pandemia a cui si sono aggiunti in maniera clamorosa i contraccolpi della crisi energetica stanno mettendo in ginocchio cittadini ed imprese”.
Ma i riflettori di Fratelli d’Italia VdA sono puntati sopratutto sulla sanità valdostana “incapace di organizzare il normale ripristino delle prestazioni ai cittadini bisognosi di esami diagnostici e di interventi chirurgici in base ad una normale programmazione in grado di garantire il normale utilizzo delle sale operatorie e la riduzione dei tempi di attesa”.
Su quest’ultimo tema Fratelli d’Italia VdA denuncia “l’enorme presa in giro per tutti i valdostani in riferimento alla delibera 91 del 2022 con la quale la Giunta ha basato l’approvazione del recupero dei tempi di attesa in base a dati palesemente fantasiosi e fuori da ogni realtà”. Un piano, secondo il movimento, “intriso di dati totalmente campati in aria immessi senza la remota possibilità che le cifre riportate comportino una sua concreta realizzazione rispettosa dei diritti più elementari dei cittadini che non sono interessati ai giochini di potere ma all’ottenere la salvaguardia della propria salute”.
Responsabile di questa situazione, conclude il movimento, “è l’instabilità politica ormai divenuta cronica in Vda e che impone la necessità di una riforma elettorale che garantisca la governabilità per 5 anni ad una maggioranza e un Presidente scelto dagli elettori dove i Partiti siano obbligati a dire prima del voto con chi intendono governare”.