Green pass modello Macron, il presidente Lavevaz: “La revisione dei parametri delle zone è la priorità”

Il parametro per entrare in una zona di rischio, ribadisce Lavevaz, "non può basarsi solo sul dato dell’incidenza che è particolarmente penalizzante per le realtà più piccole. Occorre di certo tenere conto dell'occupazione del sistema sanitario".
Erik Lavevaz
Politica

L’uso allargato del Green pass sulla scorta del modello adottato in Francia? Il dibattito è aperto. Lunedì sera il presidente Emmanuel Macron ha annunciato in diretta tv l‘obbligo del certificato verde per accedere a ristoranti, centri commerciali e trasporti, ottenendo in poche ore un milione di prenotazioni per le vaccinazioni.

L’Italia sembra tentata dal modello francese, ma per ora divisa. Se in diversi, fra cui Meloni e Salvini si dicono contrari, dai ranghi del governo arriva la proposta del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervistato dal Messaggero. “Fare subito come ha fatto la Francia, applicando ‘sul serio’ il Green pass, niente quarantena per chi ha ricevuto due dosi, rivedere i parametri nel giro di una o due settimane. ” Sileri pensa alle discoteche “se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il Green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi’. Contrarie per ora le associazioni di categoria, in primis Fipe-Confcommercio.

Per il Presidente della Regione Erik Lavevaz la priorità della Valle d’Aosta “rimane la revisione dei parametri per le zone di rischio, che con l’avanzamento della campagna vaccinale e il miglioramento del quadro non può basarsi solo sul dato dell’incidenza che è particolarmente penalizzante per le realtà più piccole. Occorre di certo tenere conto dell‘occupazione del sistema sanitario. Lo diciamo da mesi e speriamo che il dossier sia preso finalmente in considerazione, ora che la questione coinvolge Regioni più popolose della nostra”.

Sul tema del Green Pass modello francese, aggiunge Lavevaz “contiamo che ci sia occasione di parlarne nei futuri incontri in programma tra i Presidenti delle Regioni, anche se ancora il tema non è all’ordine del giorno.”

 

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