Il Casinò apre ai valdostani: poker e slot machine. Il 90% degli introiti resta alla casa da gioco

Passa in Consiglio regionale con 20 voti favorevoli, 5 contrari (VdAV/R) e 6 astensioni (PD e PdL) la modifica del disciplinare sul Casinò di Saint-Vincent. Le novità: giocheranno anche i valdostani, introiti al 90% al Casinò.
Casino di Saint Vincent
Politica
L’atto, che modifica il Disciplinare sulla gestione del Casinò di Saint – Vincent adottato dal Consiglio regionale a dicembre 2007, è stato approvato mercoledì 25 giugno con 20 voti favorevoli, 5 contrari (VdAV/R) e 6 astensioni (PD e PdL). Il tema è caldo, da sempre, così come è stata la relativa discussione in aula.
Le principali novità del documento riguardano la quota dei proventi spettanti alla proprietà (Regione 99%, Comune Saint-Vincent 1%), con effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio 2009. Si passa infatti dalla precedente quota del 40% per la proprietà all’attuale quota del 10%. Alla Casa da Gioco andrà perciò il 90% dei proventi, la quasi totalità, che sarà utile a ripianare il perenne “rosso” che la gestione registra. Il Casino Spa verserà così alla Regione una quota pari al 10% degli introiti lordi dei giochi. Altra novità è rappresentata dalla storica apertura ai giochi all’interno del Casinò ai residenti valdostani, ma solo in locali appositamente individuati con la possibilità di partecipare alle attività di gioco elettronico o ai tornei del Poker Texas Hold’em periodicamente organizzati dall’Azienda.
In sede di votazione, l’aula ha recepito tre emendamenti proposti dal PD, tra i quali uno riguardante la validità del Disciplinare, che viene così fissata al 31 dicembre 2013, invece che al 2020 come inizialmente previsto, oltre che un emendamento presentato dal PdL che destina al finanziamento delle manifestazioni una percentuale non inferiore al 14% degli introiti di gioco.
Per l’Assessore al bilancio, finanze e patrimonio, Claudio Lavoyer, che ha illustrato il provvedimento “Si tratta di un articolato che introduce delle modificazioni significative nei rapporti tra la Regione e la Casino de la Vallée di Saint-Vincent, tenuto conto della situazione contingente del settore del gioco in Italia e all’estero, anche alla luce della situazione di crisi economica e finanziaria in atto, dell’andamento della casa da gioco e del suo Piano di sviluppo. In particolare, si vuole dare maggiore chiarezza alla ripartizione dei ruoli e delle responsabilità, definendo la situazione relativa ai beni mobili, compresi marchi, sistema informativo e banche dati che diventano di proprietà della Casinò de la Vallée spa, oltre che dei gettoni in uso presso la casa da gioco per i quali la società provvederà a propria cura e spese anche all’acquisto.”
“La modifica della quota spettante alla Regione – ha proseguito l’Assessore – e delle modalità di calcolo degli introiti ha l’obiettivo principale di meglio armonizzare le variazioni intervenute nelle condizioni di mercato alla necessità di realizzare interventi strutturali previsti dal Piano di sviluppo assicurando nello stesso tempo la continuità nell’attività aziendale del Casinò.”
“L’apertura ai cittadini valdostani – ha concluso Lavoyer – riguarda solo il gioco elettronico e i tornei di Poker Texas Hold’em ed esclude l’accesso ai servizi di cambio assegni e l’utilizzo di pagamenti elettronici. Il Casinò, inoltre, non può promuovere il gioco con iniziative specifiche indirizzate ai residenti”.

Vivace il dibattito che ne è scaturito. Per Enrico Tibaldi dl PdL: “Oggi si ricorre all’ennesima politica del paracadute, rispondendo al calo degli introiti e delle presenze rinunciando ancora una volta pesantemente nella quota appannaggio della Regione. La situazione del Casinò peggiora di mese in mese e, anche oggi, noi ribadiamo che l’unica soluzione alla crisi è quella della privatizzazione dell’azienda”.
Per il Vicepresidente del Consiglio Chatrian di VdAVive-RN “Il Casinò continua a perdere clientela. Oggi a questa emorragia si risponde con un calo delle quote spettanti alla Regione – quasi un azzeramento – e con l’apertura ai residenti in Valle d’Aosta. Scelta che non condividiamo assolutamente, perché non crediamo che siano i valdostani a invertire la tendenza negativa del Casinò”. Per Raimondo Donzel del Pd
“Non si intravvede nessuna chiarezza in questo atto riguardo alla ripartizione delle responsabilità, così come troviamo umiliante che venga creata una sorta di ‘stanzino’ dove i valdostani potranno andare a giocare – e questo lo dico pur non avendo pregiudiziali riguardo all’apertura del casinò ai residenti. Infine, in questo atto, che considero fondamentale, manca una vera e propria sinergia tra Casinò, Regione, Comune e territorio.”

A replicare, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin:” Sono due le valutazioni. Cosa era possibile fare e cosa abbiamo fatto per invertire il declino della Casa da Gioco. Da questo punto di vista abbiamo pensato ad un amministratore unico, ad un Piano strategico per rendere merito ad un intervento coordinato tra Casinò e Hotel Billia, a strategie di mercato da mette in atto. Sono state tutte soluzioni che richiedono tempo per fornire una risposta”. Rollandin ha poi messo sul tavolo la situazione generale dei Casinò in Italia: “Ad oggi Sanremo perde il 7,1%, Saint-Vincent il 12,7%, Campione l’11,75%, Venezia il 15% . Stessa situazione si verifica nelle altre case da gioco europee. Questo è il vero problema: non ci sono più i giocatori, se poi aggiungiamo il problema del gioco on-line e gli altri giochi la domanda è una: chi va più al Casinò?”.
“Abbiamo quindi cercato di creare le premesse per affrontare le criticità- ha concluso Rollandin – Nell’ambito dell’organizzazione interna, abbiamo poi cercato di razionalizzare gli spazi, di aumentare le ore di gioco quando c’è maggiore affluenza, di creare un dialogo con le forze sindacali per migliorare la qualità del lavoro. Nell’insieme, non vediamo il Casinò come una questione isolata, bensì inserita in un contesto più generale legato allo sviluppo del territorio.”

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