Bando per il dirigente della Polizia locale di Aosta, l’attuale comandante ricorre al Tar

L'attuale comandante della Polizia locale di Aosta Fabio Fiore ha presentato ricorso al Tar per ottenere l’annullamento – previa sospensione – del bando di concorso per l'assunzione di un dirigente con l'incarico di comandante, al quale non aveva partecipato. Il Comune ha deciso di resistere in giudizio.
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La sicurezza non c’era, ma la questione era stata preventivata già nell’ultimo Consiglio comunale di Aosta. Ora sono gli atti a parlare e a dare certezze, scritte in nero su bianco: l’attuale comandante della Polizia locale del capoluogo Fabio Fiore ha presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Valle d’Aosta per ottenere l’annullamento – previa sospensione – del bando di concorso per esami per l’assunzione a tempo indeterminato di un dirigente amministrativo con l’incarico di secondo livello di comandante della Polizia Locale del Comune di Aosta.

A sua volta, come riporta il decreto firmato dal sindaco Gianni Nuti e datato ad oggi, lunedì 13 novembre, l’Amministrazione ha deciso – si legge – di “resistere in giudizio per conto e nell’interesse del Comune di Aosta” incaricando per questo gli avvocati Gianni Maria Saracco e Fabrizio Colasurdo del Foro di Torino e Lorenzo Sommo del Foro di Aosta.

L’antefatto

Il bando di concorso per il dirigente dell’Area della comandante della Polizia Locale è stato pubblicato dal Comune lo scorso 12 settembre. Secondo quanto riferito in Consiglio dal sindaco stesso – pochi giorni dopo, il 27 settembre – la volontà era quella di “sanare” una situazione dai contorni complessi.

Di fatto, da 27 anni Fiore ricopre il posto di comandante della Polizia Locale di Aosta dopo aver vinto al tempo, un concorso. L’assunzione nella pianta organica comunale, all’epoca, prevedeva per lui un posto da funzionario.

La struttura della Polizia Locale è stata però presto trasformata in dirigenziale (e precisamente un’Area dirigenziale temporanea) quando è nato il Corpo associato di Polizia Police de la Plaine che a livello normativo prevede – appunto – la presenza di un dirigente.

Al funzionario è stato quindi affidato un incarico dirigenziale di secondo livello a tempo determinato, con riconferma triennale. Una situazione da sanare – a detta dello stesso sindaco –, con l’indizione di un concorso per arrivare ad così un dirigente a tempo indeterminato. Concorso al quale il comandante Fiore non aveva partecipato, come emerso nell’ultimo Consiglio. E che oggi è sospeso, in attesa che sia il Tar a pronunciarsi sulla questione.

Il comandante della Polizia locale di Aosta non partecipa al concorso. Ed il “caso” arriva in Consiglio

27 ottobre

Polizia locale
Il comandante Fabio Fiore.

La mozione de La Renaissance, in Consiglio comunale ad Aosta, era “piccante” già dal titolo: “Perché un ufficio della vicesindaca presso la sede del comando di polizia urbana e una sua presenza settimanale?”. Al suo interno, l’atto lo era ancora di più, parlando esplicitamente di una “tensione tra il comando del Corpo di Polizia Urbana e la Giunta” ormai “di pubblico dominio”, cambi di turno tra agenti fatti dalla vicesindaca motu proprio, e la presenza di “parenti, ex parenti e compagni di partito/movimento assunti nel corpo di Polizia urbana”.

Nello scambio tra il capogruppo Giovanni Girardini e, appunto, Josette Borre, la vicesindaca ha cercato di spiegare le sue motivazioni e di dissipare i dubbi del consigliere d’opposizione. Senza convincerlo, peraltro.

La questione, però, ha preso presto un’altra piega. Ed è stata la “coda” di quanto successo un mese fa, quando il “caso” del concorso per il comandante della Polizia locale è arrivato agli onori del Consiglio.

I fatti, in realtà sono semplici: l’attuale comandante Fabio Fiore non ha preso parte al concorso da dirigente indetto dall’Amministrazione. Il suo nome, infatti, non compare nella determina dirigenziale con gli ammessi alle prove d’esame del concorso pubblico. Quattro i candidati: Laura Morelli (ex funzionaria e poi dirigente ad Aosta, attualmente segretaria comunale di Bard), Daniela Piassot (segretaria comunale di Arvier, Avise, Saint-Nicolas e Valgrisenche), Michel Savin (attualmente sindaco di Challand-Saint-Victor) e Antonello Ruggiero, attualmente comandante della Polizia municipale di Siderno, parte della Città metropolitana di Reggio Calabria. Quest’ultimo, ammesso all’accertamento preliminare del francese.

Nessuna traccia di Fiore. E chi lo sa bene, dai banchi della Lega, è l’ex sindaco Bruno Giordano: “Qui c’è un’ipocrisia di fondo – ha detto –. Sapete bene come me che è già uscita la determina a contrarre che autorizza il concorso. E che non c’è il nome dell’attuale comandante. Da un lato è lampante il suo rifiuto a partecipare al concorso. Dall’altro che l’Amministrazione non si è ritenuta soddisfatta dell’attuale comando. Questo è una evidenza”.

Con un altro “spettro” dal nome preciso: “La reazione dell’attuale comandante è significativa: perché non partecipare – ha aggiunto Giordano –?  È chiara la scelta politica e la volontà di cambiare, così come lo è il rifiuto dal quale nascerà inevitabilmente una questione: lui ha sottoscritto un contratto e rifiutato di fare il concorso. E andrà in un altro palazzo a far valere le sue ragioni”. Tradotto: un ricorso.

A rispondere è l’attuale primo cittadino Gianni Nuti, che dopo aver difeso la collega Borre va poi nel nocciolo della questione: “Il nostro sforzo è quello migliorare la macchina amministrativa utilizzando tutti gli strumenti dovuti – ha replicato –. Nel voler stabilizzare il comandante abbiamo pensato solo ad una cosa: un comandante a tempo determinato, con riconferma a cadenza triennale, è molto piùostaggiodella politica rispetto ad un dirigente a tempo indeterminato”.

Non solo: “Il fatto che l’attuale comandante non abbia voluto partecipare al concorso nasce da un presunto, e questo lo proveranno altri organismi, diritto ad essere dirigente a tempo indeterminato senza concorso. Noi, se non avremo impedimenti legali espleteremo la procedura per avere un dirigente della Polizia locale”.

Parole che fanno immaginare – al sindaco su tutti – che la questione non finirà qui. E che – al di là di altri “palazzi” – tornerà, eccome in Consiglio.

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